Chiedo, a tutti i social amici, aiuto per suggerimento, consiglio per salvare a Sulbiate, piccola comunità, il mercato settimanale (ma in generale tutto il commercio di vicinato) che come scrive nell'ultimo numero il Gdv è in grave crisi. Conoscete esperienze utili a risollevare, rilanciare questo tipo di commercio? Grazie in anticipo a chi mi risponderà qualcosa. Emoticon smile
Ecco quanto ha pubblicato nel gruppo fb "Sei di Sulbiate se..." , postato dall'Assessore Stucchi M. , l' Amministrazione di Sulbiate:
"Il mercato di Sulbiate è in difficoltà! il Sindaco chiede idee per rilanciarlo. Essere di Sulbiate è anche avanzare proposte e idee per rivitalizzare la piazza mercato del giovedì (e tutto il commercio di vicinato). Chi frequenta la piazza mediatica di FB può dare nuove idee per la piazza tradizionale? Grazie a chi vorrà provarci."
Chiedo, a tutti i social amici, aiuto per suggerimento, consiglio per salvare a Sulbiate, piccola comunità, il mercato settimanale (ma in generale tutto il commercio di vicinato) che come scrive nell'ultimo numero il Gdv è in grave crisi. Conoscete esperienze utili a risollevare, rilanciare questo tipo di commercio? Grazie in anticipo a chi mi risponderà qualcosa. Emoticon smile
Ecco quanto ha pubblicato nel gruppo fb "Sei di Sulbiate se..." , postato dall'Assessore Stucchi M. , l' Amministrazione di Sulbiate:
"Il mercato di Sulbiate è in difficoltà! il Sindaco chiede idee per rilanciarlo. Essere di Sulbiate è anche avanzare proposte e idee per rivitalizzare la piazza mercato del giovedì (e tutto il commercio di vicinato). Chi frequenta la piazza mediatica di FB può dare nuove idee per la piazza tradizionale? Grazie a chi vorrà provarci."
Scena di vita familiare. 27 gennaio 2016 Mao a Manu -: Emanuela, in questi giorni preferirei stare un po' leggero...sai, il lavoro, i clienti, i piastrellisti, un'po' di fastidi vari...avverto una costante leggera acidità.
Oggi Gino si merita la copertina. Sì lo so che mi bercerebbe dietro mi griderebbe di non fare il bischero ma oggi, mi garba così; è giusto così.... qui il link a "Gino Bartali l'intramontabile" della Raihttps://www.youtube.com/watch?v=w_kGXia9unc ... ah! ricordo che molte scene sono state girate a Cortona... io quelle strade, discese e salite comprese, circa 20/30 chili fa, con la mia signorina (la mia fedele bike), le pedalavo davvero anch'io! GRAZIE GRANDE CAMPIONE!!!
Della serie: "L'insostenibile leggerezza delle parole (Parabole) di Don Marco, al secolo Keatz."
Don Marco - Keatz
Scritto per il 6 gennaio 2016 - Epifania del Signore.
La luci della piazza illuminavano lievemente la stanza, Zia Leti aveva da tempo spento la lampada del suo comodino ed era arrivato il momento di abbandonarsi al senno che lo sbadiglio appena emesso manifestava in modo più che evidente. Le risuonavano nella mente le ultime parole di Osvaldo: - Dormire fa bene .-
Quell’ incontro l’ aveva segnata parecchio. Lo aveva notato mentre seduto sulla panchina del parco, stava mangiando con gusto un panino e sorseggiava da una bottiglia d’acqua come se fosse del vino d’ annata. Lui l’ aveva salutata e invitata a sedersi acconto, come se fossero vecchi amici, Zia Leti aveva accettato e sedendosi si era presentata, di risposta anche l’uomo le aveva detto il suo nome, aggiungendo poi:- Non ti spiace se continuo il mio pranzo? Questo è il frutto della generosità di alcune persone, e ti assicuro che ha un sapore che arriva dal cuore.-
... ma perché le donne alla fine scelgono Laslo e non Rick???
E' lui il vero eroe!
E' lui che vive nel mondo reale e poi quando serve lo cambia!
Chi dei due è il vero "romantico idealista"?
Ma è Rick!!!
Io lo so.
... ma perché le donne alla fine scelgono Laslo e non Rick???
E' lui il vero eroe!
E' lui che vive nel mondo reale e poi quando serve lo cambia!
Chi dei due è il vero "romantico idealista"?
Ma è Rick!!!
Io lo so.
Ecco cosa ho pubblicato nel gruppo: Sei di Vimercate se... lo ripubblico anche qui perchè mi piace veramente!
Poesia di Alessandro Peducci.
El pont de San Rocch
Sant Rocch, quant’acqua è passa sott’al pontdai temp, lontan, quand i soldaa Romàn
han metuu l’ultima prea e hin pasaa
sul Molgora a pè sensa bagnà i pee?
Da alora saldo comé ‘nà rocia,
tà se lì anmò gagliard a sfidà ‘l temp
semper eficent; e tà dà nò fastidi
portà i pes e fa al tò servisi
com’ai bei temp de la toa giovinesa.
Adess tà podet no compètt coi gigant,
del dì d’incoeu faa de fer e de cement,
te ste lì quiet, dimeèss sensa dà in oeucc…
A ben pensà, quand pason sora de ti
doarisom levàtt tant de capèll;
se non alter almen per al pensèr
che a vùn a vùn mè portaran de là,
tùcc sensa vorell insemm’ai noster vècc.
Ormai tì te po’ pù contai perchè in pusee
Quei che andà de là e tornan nò indree.
Oh se i tò sàss podeser parlà,
chisà quanti rob g’havariàn de dì!
A comincà da quand hin pasaa su ti
i prim soldaa Romàn che presidiavan
tuta quanta la contrada fin’a Trèss;
se podèser dì cos’è sucèss dopo;
quand t’han trasformaa in d’ona fortèsa
coj portòn, i bastiòn
e tè g’hè saravètt la porta in facia
a tutt quej che con prepotenza
vorevàn vignì a comandà in cà nostra.
E de quest né sa on quej coss Ezzelèn
da Romàn, che là sul pont de Cassàn
g’han pestaa j’oss e per salvàss la creduu
de riparà chì a Vimercaa e curàss
da la gran bòta che l’haveva ciapaa;
tà l’è vist scapà de corsa col coo fasaa
e dopo on poo l’è mort rabiaa mè ‘n càn.
Quanti volt né la nòtt serena, l’acqua
la ciciarava insema ‘ ti al ciàr
de luna, intanta l’andava vers al mar
e la tà confidava la soa pena.
Quanti volt al Molgora in piena,
al sé acanii contra de tì con rabia;
quasi l’havrèss voruu rusatt là ‘mè ‘n casteèll
de sabia; ma ti tè se stà lì piàntaa
comè ‘n ciòd, sensa spostàs nemènn d’on ghèll.
Oh pont de san Rocch! Tà see bell, tà see càr
al noster Coeur e tè voeurom propi bèn;
la proa al fato che tè sèmm visìn;
adèss de viv, domàn, (sul tardi speri)
de mort, coj noster gent al Cimiteri
Sempre dall’archivio dei file del 1984 di Marco Lorefice, ecco pubblicato in FB ancora i N.A.M./ATRIO in “Senza una meta”.
Composi questa musica in collaborazione con Alessandro Bertazzoni.
Non credo sia tra i nostri migliori pezzi, ma è un documento importante, perché fu uno degli ultimi se non l’ ultimo che s’inventò insieme. Credo si senta, si respiri, in modo abbastanza evidente, l’atmosfera degli anni 80, così bistrattati e che invece per alcuni aspetti andrebbero rivalutati. Anni dinamici, esageratamente positivi, dove tutto sembrava possibile, tristezza preoccupazioni bandite, etc, etc, etc… che però all’apparir del vero” caddero miseramente. Ma, quanto ci eravamo divertiti, quanto eravamo stati bene insieme!
Poi, nel giro di poco tempo l’entusiasmo si spense; la vita ci prese, e, purtroppo, anche su questa breve ma intensa esperienza calò il sipario. Pian piano, quasi senza accorgersi ci perdemmo di vista e dei N.AM/ATRIO a me non rimase che un carissimo e positivo ricordo, un po’ nostalgico e un po’ divertente. Quello che provo ora è qualcosa di molto simile alla tenerezza.
Io, che anni prima ero partito per andare ad Amsterdam o per girare “on the road” chitarra in spalla e armonica in tasca il mondo intero, ero finito invece, a fare il chitarrista cantante di un gruppo che pensava di emulare i Duran Duran e gli Spandau Ballet.
Duran Duran e gli Spandau Ballet furono molto, ma molto meglio di noi.
Forse, la colpa fu principalmente mia : non era il mio habitat musicale naturale o poi, sinceramente,
non sono mai stato né così bello, né così bravo come lo furono Simon le Bon o Tony Hadley.
Buon ascolto e siate clementi e ricordatevi che si tratta di un pezzo di oltre trent’anni fa, composto e suonato da ragazzini dilettanti di una provincia di Milano che allora, 1984, molti erano convinti senza dubbio alcuno....che si potesse anche bere!!!
Ricordo del passato quando tutto sembra ancora possibile e niente ci poteva fermare:
1984...Questo pezzo " DENTRO LA SPIRALE", che ora pubblico, per condividerlo con i vecchi amici, ha più di trenta anni.
Questa è l'interpretazione dei N.A.M. (Nuova Accademia Musicale) - il nome se non ricordo male fu una intuizione di Alessandro Bertazzoni, a me sembrava un po' esagerato ma la maggioranza decise così. Quello che si sente nel video, invece, da me combinato con alcune foto prese a caso, è invece suonato dagli ATRIO, che poi erano gli stessi N.A.M. ma con alle tastiere Lorefice, Ho recuperato questo MP3 grazie a Lorefice, è nello stesso file di "Notte di San Lorenzo". Di questo brano, personalmente, mi sono sempre piaciuti, l'introduzione della chitarra, se non ricordo male suonata da Marco Corazza e la ritmica sostenuta da Alessandro Bertazzoni basso, e Andrea Cornini batteria,che trasformarono l'atmosfera da cantautore stanco, nostalgico e disilluso, in qualcosa di più energico, dinamico, e per quei tempi più moderno. Mah,... con i mezzi di cui disponevamo allora, ricordo che siamo nel 1984, effettivamente non eravamo poi così male!
Dentro la spirale.
Testo e Musica – M. Sarchielli 1980
Arrangiamenti – N.A.M. (Nuova Accademia Musicale).
Dietro la finestra c’è il tuo mondo e tu lo sai,
è da tempo che ci pensi non di sei deciso mai,
tanti mozziconi sono spenti nel velluto,
le emozioni ti hanno distratto come sempre stai seduto.
Ma sei ancora via,
con la testa che tieni tra le mani
con i tuoi pensieri strani.
La tensione sta crescendo, i miei nervi stan saltando,
tiro avanti, stringo i denti, nella testa sono stanco.
Quelle facce sorridenti, ieri sera hanno parlato,
e facevan finta di litigare per il bene dello stato,
il mio sangue ora non scorre, si è fermato nella testa,
e mi picchia forte, mi fa dire basta,
chissà quante volte ho pianto io.
Canta la tua radio, ti tiene compagnia,
a tua rabbia ormai è finita per quell’ultima bugia.
La tua malattia, fatta di rumori
ti costringe a stare dentro
mentre tutto sembra fuori.
Ma sei ancora via, con la testa che tieni tra le mani,
i ricordi più lontani.
La tensione sta crescendo, i miei nervi stan saltando,
tiro avanti, stringo i denti, nella testa sono stanco.
Quelle facce sorridenti, ieri sera hanno parlato,
e facevan finta di litigare per il bene dello stato,
Il mio sangue ora non scorre, si è fermato nella testa,
e mi picchia forte, mi fa dire basta,
chissà quante volte ho pianto io.
Anche questa sera non posso uscir di casa,
mi consolo con la musica oppure sto a cantare,
certo, sto fingendo, mi piace anche sognare,
ho fumato un po’ di più, ogni tanto si può fare.
Ma sei ancora via, con la testa che tieni tra le mani,
cosa inventerai domani.
Con Dylan c'è poco da scherzare.
Il pezzo che condivido si intitola "I tempi stanno cambiando" datato 1964, anno della mia nascita.
Dylan è stato profetico?
GLI ACCORDI DI QUESTA CANZONE SONO:
SOL MI- DO SOL
SOL LA- DO RE
SOL MI- DO SOL
SOL LA- RE
RE RE7
SOL DO RE SOL
Oggi ho 51 anni, non so esattamente cosa ci fosse prima di me, lo posso solo immaginare. Effettivamente qualcosa è cambiato ma seguendo il testo... a me, sembra che
- la maggioranza di chi perdeva allora ha continuato a perdere
- se c è stata una battaglia che scuoteva finestre e faceva tremare i muri, io non me ne sono accorto
- pochi sono stati gli ultimi che sono diventati primi mentre il numero degli ultimi non è diminuito.
Certo qualcosa di nuovo che andasse in quella direzione personalmente l'ho combinato ma ... in generale che cosa è cambiato? Il mondo è veramente più giusto del 1964?
In un precedente post ho già scritto di quando giocavo a fare il cantautore alcune vite fa, e di come un amico mi diede un testo chiedendomi di metterci sopra della musica in stile ballata folk. Presi chitarra e armonica a bocca e subito inventai questa semplice melodia. La versione che potete sentire nel video sotto riportato, mi è giunta tra le mai in questi giorni. E la cosa straordinaria, è che me ne ero completamente dimenticato. Il contatto l'ho avuto tramite un vecchio messaggio di F.B.che mi chiedeva se ero il Sarchielli che aveva suonato e cantato con gli ATRIO.
... magia e meraviglie di F.B!!! L'ho ascoltato, mi sono un po' commosso per tutti i ricordi che ha saputo evocare e ora credo sia giusto condividerlo con tutti, anche perchè, molti dei protagonisti di questa registrazione, forse non sanno nemmeno della sua esistenza. Se lo ascolterete, siate clementi: sono solo ragazzini adolescenti degli anni 80 che scrivevano, suonavano, sognavano anche con le loro canzoni. Spero di non sbagliare. A questa registrazione realizzata con strumenti semi professionali parteciparono: Voce e chitarra Alberto, io chitarra, basso Alessandro, tastiere Marco, sax Terzoli, chitarra solista Marco, il gruppo che si faceva chiamare gli ATRIO. Se volete tirare i pomodori, fatelo pure, tanto non mi raggiungeranno.
... magia e meraviglie di F:B:!!! :-)
Notte di S. Lorenzo - Autostrada, autostrada Testo M. Spinolo - Musica M. Sarchielli
SOL DO . SOL . DO
Due di notte solo notte, due di notte solo buio SOL DO . RE
non c'è sonno non si dorme all'autostrada DO RE SOL MI- DO RE
siamo aperti appena in tre, tre esattori di casello SOL
quarto livello
Sala radio per favore mancano le mille lire
c'è un rumore di silenzio che spaventa
dieci agosto senza stelle e non so a che cosa penso
a S. Lorenzo.
SOL . DO . SOL . DO
Autostrada, autostrada, e caselli terminali, SOL . DO . RE
autostrada autostrada e tangenziali, 2V
DO RE SOL MI .
.......................................................... DO RE SOL
.............................................
Passa i camion dei gelati gliene lascio ventina
se mi fa passare gratis buon lavoro
poi il furgone dei giornali l'antidroga e la volante,
commediante
Lo straniero da Savona paga con la sua moneta
verso il Brennero la strada è ancora lunga
son finite le vacanze, la Germania ormai ti aspetta
senza fretta
Autostrada...
Il collega di sinistra guarda la televisione
mentre oggi è già domani qui a Milano
Milano-mare senza niente senza un po' di fantasia
malinconia.
Finalmente arriva il cambio assonnato come sempre
movimento questa notte non ce n'era.
Stai attento a non dormire quando torni verso casa
sull'autostrada.
Testo di Massimo Spinolo. Musica Maurizio Sarchielli.
Arrangiamenti N.A.M. Nuova Accademia Musicale.
Notte di S. Lorenzo - Autostrada, autostrada Testo M. Spinolo - Musica M. Sarchielli
Due di notte solo notte, due di notte solo buio non c'è sonno non si dorme all'autostrada siamo aperti appena in tre, tre esattori di casello quarto livello
Sala radio per favore mancano le mille lire c'è un rumore di silenzio che spaventa dieci agosto senza stelle e non so a che cosa penso a S. Lorenzo.
Autostrada, autostrada, e caselli terminali, autostrada autostrada e tangenziali, 2 v.
Passa i camion dei gelati gliene lascio ventina se mi fa passare gratis buon lavoro poi il furgone dei giornali l'antidroga e la volante, commediante
Lo straniero da Savona paga con la sua moneta verso il Brennero la strada è ancora lunga son finite le vacanze, la Germania ormai ti aspetta senza fretta
Autostrada...
Il collega di sinistra guarda la televisione mentre oggi è già domani qui a Milano Milano-mare senza niente senza un po' di fantasia malinconia.
Finalmente arriva il cambio assonnato come sempre movimento questa notte non ce n'era. Stai attento a non dormire quando torni verso casa sull'autostrada.
della serie: Canzoni di notte. Nr. 4
Questa notte non ho bisogno di scegliere la canzone o di inventare bugie da raccontare, per celebrare, uno dei più grandi musicisti italiani del recente passato.
La canzone si intitola “A testa in giù”, il più grande è lui, Pino, Pino Daniele.
Ricorre un anno esatto dalla sua morte. Forse perché sono un po’ “terrone” anch’io, ma negli anni 80 quel giovane capellone meridionale, dalla voce un po’ nasale, che trattava , usava la chitarra, come io sapevo usare la forchetta per mangiare gli spaghetti, mi fu subito simpatico. Io allora, con la chitarra annaspavo dolorosamente e disperatamente tra imprecisi barrè, e congenita incapacità di mantenere durante un pezzo un tempo preciso e costante.
Il suo sound di Pino era, e resta inconfondibile.
Le sue canzoni non si cantano spesso durante le gite in compagnia. Non perché sono meno belle di quelle di Battisti, ma perché richiedono chitarristi all'altezza della situazione; musicisti che conoscono il fine mestiere di suonare blues. Altrimenti il risultato è inascoltabile.
Oggi, passata la cinquantina, e con i calli delle dita della mano sinistra un po’ più duri e segnati, io, quando suono con Pino, come in questa notte, riesco a stargli dietro, anche se non sono preciso e ogni tanto perdo ancora il tempo.
Perché tra le tante poesie cantate da Pino che amo scelgo “A tesata in giù”? Perché è legata un a vecchio ricordo:
Tangenziale direzione Milano. Ho circa vent’anni e sono seduto nel sedile posteriore di uno “Squalo” nero ( La Cotroen 23 s Pallas) con me Mario e Lelio e il Maestro Giambelli alla guida.
Oggi loro tre non ci sono più.
Giambelli non era mio amico, era molto più anziano di me ma conosceva bene Lelio e Mario. Insomma, io, in quella mitica macchina ci capitai per caso, per puro "culo".
Lelio mi ha lasciato giovanissimo, purtroppo, come spesso accadeva a diversi ragazzi della nostra generazione che forse erano semplicemente un po’ più curiosi della normalità (Per Lelio poi scrissi anche una canzone dal titolo “ Mamma ero…”).
Mario invece, durante l'infanzia, è stato il mio migliore amico. Poi abbiamo seguito strade diverse. Ma, non ci siamo mai, mai, persi di vista. Ad esempio: le partite dei mondiali di calcio erano un appuntamento sacro da vivere insieme. Mario, fu il mio testimone di nozze.
Mario ne era uscito. Ce l’aveva fatta!!!
Mario mi ha lasciato per un incidente di moto avvenuto qualche anno fa. Percorreva, per caso, la stessa tangenziale di quella notte quando insieme con me, con il Maestro Giambelli, e con Lelio, seduti in quella macchina, ci lasciavamo cullare dai suoi performanti e morbidi ammortizzatori che sembravano voler assecondare le note, il ritmo, l’atmosfera creata in quel magico abitacolo, dal pezzo suonato dall'autoradio: “A testa in giù”.
Caro Pino, sono migliorato, ma non riuscirò mai ad arrivare ai tuoi livelli, ovviamente.
Come puoi sentire, a mala pena, nel pieno di questa mia presunta maturità, per starti dietro, commetto ancora un sacco di errori.
Ma grazie per tutte le canzoni/poesie che hai scritto a suonato per noi.
Ora, vai pure, non posso trattenerti oltre, ormai è mattina.
Io?
Beh, io resto qui, e sai perché?
Perché ormai non ho più voglia di andare a dormire, ma, ho tanto, tanto desiderio di rimanere sveglio, e di cercare qualcuno, magari un vecchio amico, insomma qualcuno, che abbia voglia, ancora una volta, di fumare... , e di fumare a metà, insieme con me.