venerdì 4 novembre 2022

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di consegna delle decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia

Rivolgo un saluto molto cordiale al Presidente del Senato, al Vicepresidente della Camera, al Giudice della Corte costituzionale, al Ministro della Difesa, ai vertici delle Forze Armate, del sistema della Difesa, della Guardia di Finanza, delle Agenzie, ai rappresentanti delle Associazioni partigiane, combattentistiche e d’Arma, al Consiglio dell’Ordine Militare, agli allievi degli Istituti di Formazione che ho poc’anzi incontrato, e a tutti i presenti.



Un particolare benvenuto al Quirinale a coloro che riceveranno oggi i riconoscimenti.

La cerimonia di oggi si tiene in un contesto internazionale gravido di preoccupazioni.

La guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina sta riportando indietro di un secolo l’orologio della storia.

Non possiamo arrenderci a questa deriva.

Da qui il sostegno senza riserve a Kyiv.

La Repubblica - con i Paesi democratici con cui si è alleata per costruire un ordine internazionale più equo e inclusivo - ha testimoniato fermamente, con la sua politica estera, la vocazione di pace, in coordinamento con le Nazioni Unite, con le iniziative dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica. Nello svolgimento di questa politica le Forze Armate hanno svolto un ruolo rilevante

Lo manifestano, ancora una volta, i riconoscimenti dell’Ordine Militare d’Italia, di cui – come domani a Bari alle bandiere di guerra dell’8° Reggimento Bersaglieri, del 4° Reggimento Genio Guastatori, del 4° Reggimento Artiglieria contraerei Peschiera e dell’Arma dei Carabinieri - tra poco consegnerò ai militari che hanno dato prova di perizia, di senso di responsabilità e di valore, onorando il giuramento prestato alla Costituzione, come poc’anzi ha ricordato il Ministro della difesa.

Questi comportamenti esprimono la tenace volontà della Repubblica di rappresentare un fattore di stabilità internazionale, di promozione di diritti di libertà e di rispetto dei valori universali dei diritti dell’uomo e dei popoli.

Di chi, con determinazione, sposa la causa del dialogo e della cooperazione, senza mai rinunziare alla pacata e salda difesa dei principi su cui si basa quell’ordinamento internazionale, ispirato alla eguaglianza tra Stati e popoli, che caratterizza l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Le pagine che le nostre Forze Armate hanno scritto, nelle missioni a cui Governo e Parlamento le hanno chiamate, ci parlano di spirito di sacrificio, di professionalità, di umanità.

Siamo orgogliosi delle donne e degli uomini, nostri concittadini in armi, che hanno saputo contribuire - in aree delicate e in situazioni spesso assai difficili - ad affermare le ragioni della vita contro violenze interne e conflitti internazionali. Hanno contribuito alla lotta contro le forme di guerra asimmetrica promosse dal terrorismo transnazionale.

Il concetto di sicurezza, come voi ben sapete, non si esaurisce nelle problematiche della difesa militare.

Non riguarda soltanto Stati e frontiere, come abitualmente si era usi considerare, ma riguarda la sicurezza “umana”, a partire dalle condizioni di disuguaglianza dei popoli.

Si tratta, quindi, di un obiettivo che va concepito e perseguito in modo multidimensionale.

In questa visione, la strada della pace non potrebbe fare a meno dell’apporto che recate.

Le caratteristiche peculiari comuni ai nostri militari - mentre rappresentano sul campo le eccellenze del nostro Strumento militare italiano - costituiscono la manifestazione della nostra cultura, del nostro saper coniugare valore e coraggio con altruismo e nobiltà d’animo.

Stiamo affrontando situazioni complesse.

Il progresso tecnologico porta a un confronto in tutti i domini, quello spaziale e quello cibernetico inclusi, in una situazione che registra, dolorosamente, l’esacerbarsi delle conseguenze dei conflitti sulle popolazioni e sull’ambiente.

Questo ci sollecita a uno Strumento militare altamente flessibile e fortemente integrato nella sua dimensione interforze, oltre che organicamente coordinato in ambito Nato e, auspicabilmente, nell’ambito dell’Unione Europea. Capace di intervenire con prontezza, in aderenza a quanto disposto dalle nostre istituzioni democratiche.

L’Italia contribuisce con generosità alle operazioni di mantenimento della pace, sia nell’Alleanza Atlantica - a sostegno delle esigenze della sicurezza collettiva e dei Paesi membri - sia nelle missioni decise dalla comunità internazionale: più di 6400 membri delle Forze Armate rappresentano il volto dell’Italia, della nostra Repubblica, in più di 36 operazioni militari fuori dai confini nazionali.

Un contributo rilevantissimo alla autorevolezza del nostro Paese nei diversi consessi internazionali nei quali si esprime la nostra presenza; accanto alla affermazione, sovente, di un modello italiano di “peace-keeping” che viene riconosciuto nella sua validità da tutti gli interlocutori.

È una scelta lungimirante, che attesta la raggiunta consapevolezza di come gli interessi nazionali si sostengano e si promuovano nell’ambito della difesa di interessi generali più ampi, nell’ambito dei quali possono trovare miglior tutela e salvaguardia.

Oggi siamo sfidati, in particolare, dalle vicende che affliggono l’area geopolitica dell’Europa, del Mediterraneo Allargato, dello stesso Mar Baltico. Vi si aggiunge – tra gli altri - il tema della garanzia della libertà di navigazione e dei traffici, che ci vede presenti nell’ambito di missioni internazionali di contrasto alla pirateria in acque molto lontane.

Nelle motivazioni delle onorificenze troviamo, questa mattina, riferimenti a tutto questo: a territori, a mari e cieli, a esperienze che hanno segnato nel profondo - talvolta con dolore - le identità dei nostri Corpi armati.

Dal Libano, all’Iraq, alla vicenda dell’Afghanistan, ai Balcani, testimoniano della coerenza del nostro impegno e del senso del dovere che l’ha contraddistinto.

Le motivazioni rispecchiano crescita di competenze, determinazione, capacità di guida e di assunzione di responsabilità al servizio della Repubblica.

Sono quindi particolarmente lieto di procedere alla consegna delle ricompense dell’Ordine Militare d’Italia; simbolo tangibile di riconoscenza e di considerazione verso quelle unità militari, quegli Ufficiali e Sottufficiali delle Forze Armate che, in teatri di conflitti, o in operazioni militari in tempo di pace, in Italia e all’estero, hanno compiuto azioni e tenuto comportamenti esemplari. Esempi per i giovani qui convenuti che hanno scelto la strada di servire l’Italia in uniforme.

Con un pensiero agli oltre 5.000 militari che concorrono alla sicurezza garantita dalle Forze di polizia sul territorio nazionale, rivolgo le più vive congratulazioni agli insigniti, mentre invio un caloroso augurio ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai carabinieri, ai finanzieri, al personale civile della Difesa.

A questo augurio aggiungo, loro tramite, un sentimento di riconoscenza per le rispettive famiglie.

Viva le Forze Armate! Viva l’Italia!

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