Don Marco - Al secolo Keaz |
Della serie l'insostenibile leggerezza della parole (parabole) di don Marco al secolo Keaz.
Zia Leti e la bellezza
La luce del sole filtrava tra gli
alberi di quella porzione di bosco che stavano attraversando, mentre i ragazzi
cominciavano a sentire la fatica del loro cammino e le voci della stanchezza
cominciavano a farsi sentire.
-Non sento più i piedi-
-Grazie a questo zaino rimarrò
gobbo per tutta la vita-
- Certo oltre al sacco a pelo ti
sei portato anche il letto-
E via di questo passo; le
affermazioni adolescenziali erano, come sempre , visibilmente esagerate, ma denotavano chiaramente la
sottile ironia caratteristica di quell’età
e l’entusiasmo di poter passare due giorni insieme in una baita,
naturalmente notte compresa.
Finalmente un pianoro enorme si
aprì davanti ai loro occhi: quasi al centro una casa e accanto una costruzione
più grande che certamente, vista la presenza degli animali, si presentava come
una stalla.
Un uomo e una donna vennero loro
incontro e dando loro il benvenuto li salutarono calorosamente: - ciao Leti
come stai?-
-
Bene grazie – rispose Zia Leti – e voi?- Poi senza aspettare la risposta si girò verso
i ragazzi e disse:
-
- vi presento Ottavio e Serena che con i loro
figli sono gli abitanti di questo luogo.-
I ragazzi
risposero al saluto e a loro volta si presentarono, Vennero poi accompagnati
nel camerone dove depositarono i loro zaini , per poi scendere subito per poter
visitare il resto. Terminata la visita vennero assegnati i vari compiti di
lavoro: chi in casa, chi nella stalla e chi all’aperto. Arrivò in fretta l’ora di cena, preparata
anche con il contributo di chi, tra i ragazzi, aveva lavorato in cucina. Durante la cena ci
fu un primo scambio di impressioni sulla giornata. Subito partì Gianni con la prima domanda: -
Zia Leti ma perché ci hai portato qui?-
-Perché volevo
parlarvi della bellezza. Ho pensato che per un argomento così grande ci volesse
un contesto diverso da quello che siamo soliti sperimentare e che fosse
necessario distaccarsi un po’ per vedere meglio.-
- Beh, ma per
vedere qualcosa di bello a me basta guardare Giancarlo – disse Giusy senza
alcuna remora. Giancarlo però diventò tutto rosso, anche per le risate di
tutti.
Zia Leti
continuò: - E’ vero. La bellezza la riconosciamo nelle persone e nelle cose che
ci piacciono, in ciò che tocca le nostre emozioni e sensazioni, nello stesso
tempo ci chiediamo continuamente se esista una bellezza oggettiva oppure se
tutto debba essere ricondotto al famoso adagio: “Non è bello ciò che è bello,
ma è bello ciò che piace”.
Intervenne
allora Claudia: - Io faccio fatica a trovare qualcosa di bello in quello che ho
fatto oggi. Mi sono spaccata la schiena a lavorare nella stalla, per non
parlare dei profumi che il mio naso ha dovuto sopportare. Se penso che Ottavio
fa questo tutti i giorni. –
La bellezza non
sempre la trovi nella singola situazione o nella singola cosa che fai – rispose
Serena – anzi spesso possono apparire sterili e faticose. La bellezza sta nello
scenario in cui sono inserite, e non parlo solo di quello della natura, parlo
soprattutto delle relazioni , degli affetti, della accoglienza reciproca. La
bellezza la trovi nella ragione che sostiene la vita che hai scelto, in ciò che
dà sapore ad ogni attimo che vivi. Questo lo puoi trovare qui e in ogni altro
luogo. Non possiamo permetterci di vivere una vita affidata solo alle
apparenze, i saldi e gli sconti non possono riguardare l’esistenza. La vita ha
un valore inestimabile ed è bella solo se donata. –
-
Qualche anno fa – replicò Zia Leti – il Cardinal
Martini scrisse una lettera pastorale proprio sulla bellezza dal titolo : “
Quale bellezza salverà il mondo?” , la domanda che nel libro “ L’Idiota “ di
Dostoevskij, l’ateo Ippolit poneva al
principe Myskin. Il principe non dà una risposta verbale, ma offre la sua
silenziosa vicinanza a un giovane che sta morendo, come a dire che la bellezza
che salverà il mondo sta nell’amore che condivide il dolore. È la bellezza del
Pastore Bello che offre la vita per le sue pecore, la bellezza di un amore che
arriva a donare la vita, la bellezza di chi ama fino alla fine. –
La discussione
aveva raggiunto dei livelli piuttosto alti, ma anche l’orario non era da meno
e, nonostante le proteste, decisero di sparecchiare e di andare a dormire. I ragazzi,
come sempre, continuarono a parlare ancora per un bel po’ di tempo, ma questa
volta non furono discorsi superficiali anzi, la profondità e l’intensità delle
loro parole commossero Zia Leti, che ascoltava in silenzio facendo finta di
dormire.
La sveglia
arrivò sonora quanto inaspettata e tutti si domandarono perché fosse così
presto, ma quando uscirono fuori lo scoprirono da soli; l’alba con i suoi
splendidi colori quasi li travolse con l’intensità di tutta la sua bellezza.
Rimasero in silenzio davanti al sole che ancora una volta tornava ad illuminare
la terra, lucida metafora di un Amore che con insistenza torna ad offrire
bellezza ad un’umanità che ne ha sempre più bisogno.
d. Marco
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