La dominante almeno degli ultimi quarant’anni è l’individualismo. Alimentato da un modello consumistico che beneficia dell’isolamento delle persone. Questo modello non è sostenibile innanzitutto per il pianeta. E il pianeta siamo noi. Perché siamo noi che non possiamo vivere in un pianeta modificato. Il pianeta di per se vive anche senza di noi. Parto da qui per dire che questa esperienza che stiamo vivendo si può ben leggere come un esempio di come una modifica dell’equilibrio del pianeta produce un effetto che impatta sulle nostre vite, sulla nostra salute, sulla nostra sopravvivenze, sulla nostra modalità di vivere. Ora a me colpisce ma non sorprende che ogni volta che leggiamo una notizia ognuno la commenti solo dalla visuale del proprio interesse specifico. Raramente rispetto a come impatta sugli altri. Perché il centro della percezione è l’io e non il noi. Questa situazione ci mette di fronte al bisogno non rimandabile di comunità. Affrontare collettivamente i problemi e le soluzioni, e farsi carico dell’altro. Metterlo al centro. È un bello sforzo, per ognuno, un esercizio mentale, psicologico, politico.
Fonte - Profilo FaceBook di Roberto Rampi.
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