mercoledì 26 aprile 2023

25 aprile - Il discorso del Sindaco - Mauro Colombo di Bellusco.

In tutti i Comuni in occasione delle celebrazioni del 25 aprile il Sindaco è chiamato ha pronunciare il discorso ufficiale. Quest'anno, a nostro modesto parere, nel nostro territorio, le parole più belle sono state pronunciate dal Sindaco di Bellusco Mauro Colombo. Ecco di seguito il testo:

Mauro Colombo - Sindaco di Bellusco



Cari concittadini, care concittadine,
grazie di essere qui, in questa giornata importante.
Pensavo a questa celebrazione qualche giorno fa mentre stavo registrando la cittadinanza di un nuovo cittadino italiano d'origine straniera, nostro residente.
Nel 2022 le persone che hanno ottenuto la cittadinanza italiana qui a Bellusco sono state più di 50.
Lo fanno con una cerimonia in Municipio che è per tutti, per loro e anche per me, molto emozionante.
In Sala Consiliare, viene registrato il decreto di conferimento e il momento fondamentale è quello in cui i neocittadini devono giurare fedeltà alla Repubblica e di osservarne la Costituzione.
E’ un momento significativo, è una cerimonia che avviene quasi settimanalmente e i nuovi Cittadini accompagnati dalle famiglie, si presentano sempre emozionati ed eleganti come si fa nelle occasioni importanti.
Spesso mi capita di scambiare qualche parola in più con queste persone.
Mi viene spontaneo informarmi e interessarmi sul perché sono arrivati a Bellusco, come si trovano, qual è la loro storia che li ha portati qui.
A volte parliamo della Costituzione, ragioniamo sul senso, sul valore di esprimere fedeltà alla carta Costituzionale e tanti cittadini sono stupefatti di quanto la nostra Costituzione Italiana raccoglie.
Penso allora ai principi fondamentali che per noi è normale conoscere e ascoltare
L’art.3 ci dice che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
In molti altri paesi del mondo ancora non è così!
L’art.34 parta della scuola che è aperta a tutti, obbligatoria e gratuita. Questa cosa non avviene in tanti paesi di provenienza di questi nostri nuovi concittadini.
Ecco, in questi momenti mi rendo conto di quanti valori, quanti diritti e doveri la nostra Costituzione definisce da oltre settant’anni.
Noi spesso diamo tutto ciò per scontato, ma l’entusiasmo, lo stupore, con cui queste persone prestano fedeltà alla nostra Costituzione italiana e ai suoi principi ispiratori ce lo ricordano.
Non dobbiamo mai dare per scontate queste conquiste importanti di democrazia e di libertà.
E chi ha fatto queste conquiste?
Chi ha creduto in questi valori?
Chi li ha riportati alla luce dopo una tirannia lunga vent’anni?
Sono stati uomini, donne, giovani, meno giovani che vogliamo ricordare oggi, 25 aprile, anniversario della Liberazione.
E’ nella Liberazione che si fondano i valori dell'Italia democratica e repubblicana che trova il suo simbolo nel tricolore che in questo giorno invitiamo tutti ad esporre.
Ma la Liberazione non è solo una data, un giorno, una festa.
La Liberazione è un percorso che arriva da più lontano.
Arriva dall’azione dei tanti partigiani che, in armi, ci hanno liberato dalla tirannia, con azioni forti e decisive, da soli e insieme alle truppe Alleate Angloamericane che hanno sostenuto la Liberazione d’Italia affiancati dall’esercito cobelligerante Italiano.
𝗜𝗹 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗴𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗰𝗶 𝗵𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝘁𝗮̀ 𝗺𝗮, 𝗹𝗲 𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗶𝗻 𝗮𝗿𝗺𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗶 𝗲 𝗱𝘂𝗿𝗮𝘁𝘂𝗿𝗲 𝘀𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰’𝗲̀ 𝘂𝗻 𝘁𝗲𝘀𝘀𝘂𝘁𝗼 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗶𝗲𝗻𝗲.
Questo tessuto sociale è stato fatto, nella nostra Italia in guerra, da tutte quelle persone che, durante una tirannia, hanno scelto di resistere.
E hanno scelto di resistere tenendo vivi questi valori nonostante tutto quello che accadeva intorno.
E hanno scelto di resistere anche con azioni concrete, pericolose per loro, pericolose per i loro cari; Azioni che hanno fatto nel loro quotidiano.
I resistenti sono coloro che hanno fatto la resistenza e che hanno compiuto gesti contro il regime, per la libertà.
𝗟𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲̀ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗮 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗿𝗺𝗮𝘁𝗮, 𝗲̀ 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝘂̀.
𝗖’𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮, 𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲, 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗮, 𝗰𝗼𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝘀𝗮, 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘁𝗮𝗰𝗶𝘂𝘁𝗮, 𝗹’𝗮𝗹𝘁𝗿𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮: 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘁𝗮:
Quella delle donne che hanno resistito, sole, a casa
Quella degli operai e i contadini che hanno aiutato chi era alla macchia,
Quella degli Internati militari italiani nei lager nazisti dopo l'otto settembre che in questi ultimi anni il nostro Stato sta ricordando con riconoscimenti di medaglie d’onore alla memoria, diverse consegnate anche a famiglie di militari belluschesi internati.
C’è stata poi la resistenza dei bambini e delle bambine che, nonostante tutto, hanno resistito ad un’infanzia strappata via.
E’ la Resistenza non armata, resistenza civile.
La Resistenza delle persone.
La resistenza nelle azioni, nelle scelte:
La scelta di non denunciare
La scelta di dire no, fatta degli Internati militari italiani che sono diventati braccia gratuite e schiave.
La scelta di resistere è anche quella che è stata fatta da chi ha avuto il coraggio di lottare sui luoghi di lavoro, arrivando fino agli scioperi e alle rappresaglie del 43 e del 44.
La scelta di dare aiuto agli ebrei da parte delle chiese Cattolica. Vorrei ricordare Monsignor Enrico Assi che proprio oggi a Vimercate viene ricordato dal Comune, con una targa commemorativa. Egli fu una figura fondamentale di riferimento della Resistenza Vimercatese e della Chiesa ambrosiana. Monsignor Assi riuscì a stabilire contatti anche con i partigiani delle Brigate Garibaldi e a organizzare la diffusione nel nostro territorio del giornale clandestino Il ribelle, realizzato dal beato Teresio Olivelli e Carlo Bianchi. Fu incarcerato, interrogato, minacciato per ben due volte, riuscì a respingere le accuse e per nulla intimorito fu rilasciato. Ma come ha fatto monsignor Assi, tanti religiosi, tanti civili hanno rischiato per salvare decine di migliaia di ebrei italiani.
E ancora oggi, ogni anno, da oltre settant’anni, la Diocesi di Milano dispone che il Tricolore sventoli il 25 aprile, giorno della Liberazione sul punto più alto di Milano, sul Duomo, accanto alla Madonnina.
E ancora:
C’era chi ospitava di nascosto ricercati;
C’era chi diffondeva materiale sottoposto a censura;
C’era chi dava parte di quel poco cibo che aveva per sostenere partigiani;
Ricordiamo l’episodio divenuto celebre anche con una canzone, nella chiesa di Bellusco, racconta di un gruppo di partigiani nascosto proprio in chiesa e salvato dal Sacerdote.
Insomma:
Sono tante le scelte di un “no consapevole alla guerra e al fascismo”.
Era un no di resistenza fatto da migliaia di persone.
Quindi la Resistenza non violenta era la Resistenza nella quotidianità;
Era la Resistenza popolare, fatta dal popolo, vissuta e alimentata dal popolo come una fiammella da non far spegnere, nonostante tutto;
Era un dire no ad un regime;
Era un dire no ad una guerra che ha fatto tanti morti;
Era un dire no alla legge del più forte;
C’era, forte, nella Resistenza, l’idea di rete, di tessuto sociale, di coralità.
La Costruzione della nostra Italia Libera arriva da lì. Arriva da tutte quelle anime diverse tra loro che hanno composto la resistenza, che hanno portato alla Pace, alla Libertà, alla democrazia, confermate poi con il Referendum Istituzionale del 46, con la Costituente, con la promulgazione della Costituzione e con le prime elezioni politiche del 48.
E noi oggi come possiamo dare per scontati la libertà, i diritti, i doveri che altrove non sono riconosciuti, che altrove non danno per scontati, che altrove ancora non ci sono?
Non possiamo. Non dobbiamo.
Noi oggi nella nostra quotidianità, a livello popolare, abbiamo su di noi questa responsabilità forte, di rendere onore, di non dare per scontato i valori da altri conquistati.
E’ questa la sfida dell'essere cittadini.
Siamo chiamati a credere nella comunità come valore.
A credere nel tessuto sociale come valore.
A credere nella non violenza attiva e quotidiana come valore.
A credere nella Pace come valore.
Siamo chiamati a non essere indifferenti.
Siamo chiamati a partecipare.
Così come per i nuovi cittadini italiani provenienti da paesi stranieri che prestano giuramento in Municipio, la cittadinanza italiana va alimentata da tutti, da ciascuno.
Non solo oggi. Ma domani e sempre
E oggi, domani e sempre viva la Libertà, viva il 25, viva Bellusco e Viva L’ITALIA

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