Nel 1982 avevo 18 anni. Avevo una ragazza, una chitarra, un lavoro, e l'incoscienza, allora certezza, di essere potente, invincibile, eterno. Un giorno all'improvviso, informato della tragica morte di un amico imparai che non era così.
GAME OVER - FINE DEL GIOCO (cartella di presentazione della canzone) - segue vecchia registrazione e testo.
E poi arriva il momento che l’incanto finisce. Il gioco si rompe. Il sogno termina bruscamente quando ti svegli e scopri di non essere eterno, invulnerabile, onnipotente. Perché incontri la morte.
La realtà si manifesta all’improvviso; accade quando muore un amico, più semplicemente una persona conosciuta, a cui volevi ed eri a lei legato, magari solo per un breve pezzo di cammino fatto insieme. Sei costretto a fermarti, riflettere, interrogarti: hai perso irrimediabilmente onnipotenza e eternità.
La botta è ancora più dura, e fa più male se l’amico che muore, muore per droga.
Perché tu,.. tu lo sapevi che si faceva, e si faceva pensate. Tutti lo sapevano... e allora perché? Perché non no lo abbiamo salvato? Perché non li abbiamo salvati? Perché???
Negli anni 80 si consumò, a causa della droga in particolare dell’eroina, una strage di gioventù. Molti si salvarono perché compresero anche grazie alle famiglie il rischio che si stava correndo. Scelsero altro. Alcuni, forse meno intelligenti, forse più fragili, per moda, per gioco, per sfida a volte solo per essere accettati da amici e/o certe compagnie si lasciarono vincere dalla tentazione.
Non è vero che da droghe leggere si passa poi sicuramente alla droga pesante. A tanti bastava il fumo e oltre non sono mai andati, all’eroina non ci sono mai arrivati. Più pavidi, più furbi, più maturi e responsabili dei tossici dipendenti? Forse, chi può dirlo? E quindi: siamo sopravvissuti per nostro merito o solo per fortuite circostanze? Ancora oggi ripensandoci io non so rispondere.
L’ eroina si portò via Lelio. Lui aveva piedi buoni, era un giovane centrocampista della A.C. Vimercatese, un ottimo e temutissimo calciatore. Io giocavo in quella dell’oratorio, la Di.po. Durante i tesissimi derby, io lo marcavo e lo marcavo come Gentile marcava Maradona. Furono pochi i palloni che gli permettevo toccare e in ogni modo spesso erano sufficienti per risolvere a suo favore la partita.
Mi raccontarono che lo trovarono ancora con l’ago in vena, il cucchiaio e tutto il necessario in disordine per terra accanto a lui. Lelio aveva tentato, non so dove, di disintossicarsi, ma non c’era riuscito. La notizia mi sorprese. Non piansi. Però, mi sentivo privo di energie, di volontà, con le spalle al muro.
In cerca di forza e consolazione, mi chiusi in camera mia, presi la chitarra per tentare una cazzo di preghiera, per cercare una canzone pensando a lui e alla sua orribile morte.
Questa, lo sai già, è per te Lelio.
Lo so, è servita a ben poco.
Ma, in questi anni se non ti ho dimenticato è grazie a lei e a quelle interminabili, maledette, epiche, partite di pallone che il più delle volte vincevi tu.
Grazie Lelio, ciao.
Segue una vecchia registrazione sole voce e chitarra e il testo:
Mamma solo per te questa canzone vola,
mamma quanto vorrei lasciarti veramente sola.
Quante volte ci avevo provato e non ci sono riuscito,
il mio corpo era troppo incantato dal tuo colore indefinito,
la mia vita sdoppiata da quell'amore che sai dare tu,
e la faccia provata dalla voglia di te.
emmesse 31 luglio 2023
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