sabato 15 luglio 2023

Pedemontana che fare - LA PARTITA NON E' CHIUSA - Comunicato di Associazioni - Gruppi Ambientalisti - Comitati e Liste Civiche.



PEDEMONTANA:
NONOSTANTE VECCHIO E NUOVO SPRECO DI DENARO PUBBLICO
LA PARTITA NON È CHIUSA
La partita per fermare l'autostrada non è ancora chiusa e il prossimo pronunciamento del Tar sul ricorso del Comune di Lesmo non è il solo ostacolo alla partenza dei lavori. Per rafforzare il ricorso, numerosi cittadini lesmesi hanno deciso di unirsi all'azione legale dell'amministrazione con "interventi ad adiuvandum ".
Per contro nessun segnale è arrivato da Regione e APL circa la volontà di considerare le proposte del Comune di Lesmo per ridurre il numero delle corsie nel tratto finale della C e per prolungare il tracciato in galleria.

Quella dei finanziamenti resta comunque una questione centrale, insieme ai possibili intoppi che potrebbero ingenerarsi nel procedimento di concessione di quelli già assegnati.
É pari a zero la copertura economica per la tratta D, necessaria per non far terminare l'autostrada in mezzo ai campi e tutta da ricercare quella per l’illogica soluzione definita “D breve”.
Per il completamento delle tratte B2 e C, le uniche finanziate con un prestito complessivo DA RESTITUIRE di 1741 Mln della Banca Europea degli Investimenti (BEI), della Cassa Depositi e Prestiti e di un pool di banche, gli extracosti delle materie prime han fatto lievitare di oltre il 30% la valutazione iniziale.
Il contratto siglato tra APL e Webuild non prevede un adeguamento dei prezzi e la soc Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) auspica un ricorso alla legge 91/2022, utilizzabile per i soli lavori contabilizzati dal 1-1-22 al 31-12-023.
In questi giorni, Regione Lombardia intende stanziare un ulteriore supporto Pubblico a Pedemontana pari a 606 mln su 9 anni di cui 175 mln per un prestito ai soci e 431 mln per un aumento di capitale sociale.
Altro denaro PUBBLICO che si somma al fiume di facilitazioni e di supporti diretti e indiretti iniziati con la defiscalizzazione sugli utili futuri, accordata nel 2014 dal governo per 349 mln di euro e proseguiti con gli interventi di Regione Lombardia sottoelencati:
nel 2015, 32 mln ad APL di per la gratuità delle tratte A e B1 in occasione di EXPO
nel 2017 primo fondo di garanzia ventennale dal 2025 da 450 mln arrivato poi a 900 milioni per coprire i debiti di Pedemontana con le banche, causati dai mancati introiti
ad inizio 2021, versamento di 350 mln per l'aumento di capitale sociale di APL
a febbraio 2021, 512 mln a mezzo FNM per acquisire l’82,4% di Milano Serravalle (MISE), socia in APL.
a marzo 2021, 62 milioni per rilevare l’8,03% delle azioni di APL di Banca Intesa e l’1,54% detenuto da UBI Banca. Con questa operazione e con il controllo indiretto della Milano-Serravalle, azionista della società Autostrada Pedemontana Lombarda, la stessa è oggi di fatto controllata quasi totalmente da Regione Lombardia.
a luglio 2021, il Fondo di Garanzia di 900 mln del 2017 diventata un prestito ai soci con erogazione a partire dal 2025 per 20 anni.
Chi vuole ad ogni costo l’autostrada continua ad imporre ad una politica subalterna, l'impiego di ingenti risorse economiche pubbliche.
Cifre consistenti a fondo perso, un esorbitante fondo di garanzia ad incerta restituzione, minor introiti per lo Stato a causa della defiscalizzazioni sui profitti, un prestito da parte di organismi pubblici quali BEI e CDP che, se confermato, dovrà invece essere sicuramente restituito.

Eppure anche su questo prestito v’è qualche incertezza.
Ad una formale richiesta di chiarimenti dell'on. Eleonora Evi di Alleanza Verdi Sinistra in merito ai criteri di concessione la BEI risponde che il prestito pur essendo finalizzato alla realizzazione delle tratte B2 e C, era accordato sulla base di valutazioni riguardanti l'intero progetto, comprensivo quindi della tratta D così come configurata nel tracciato originale approvato dall’allora CIPE e che qualsiasi modifica al layout della Sezione D si qualificherebbe come una modifica della concessione soggetta al preventivo consenso dei finanziatori.
Alla BEI, il concessionario non ha mai presentato una richiesta di modifica del tracciato della Sezione D rispetto a quanto originariamente previsto nell'accordo di concessione.

Nulla è poi così scontato come vogliono far apparire Regione Lombardia e APL poichè la ipotizzata D breve non dà rispondenza ai presupposti di collegamento che stavano alla base del progetto originario.
Molti Comuni interessati dalla tratta D breve, intendono incaricare un legale per analizzarne correttezza dell’iter e relativa documentazione.

Per parte nostra, continuiamo a ribadire che questo progetto è nefasto e deleterio nel suo insieme, non può essere spezzettato in tanti giardini di cui prendersi separatamente e singolarmente cura e va contrastato nella sua totalità.

Sosteniamo le azioni intraprese dalle amministrazioni ma riteniamo necessaria una maggiore compattezza e delle scelte unitarie perchè questa è la sola strada per accrescere il potere interlocutorio e contrattuale dei Comuni nei confronti di Regione Lombardia.
Le associazioni, i gruppi ambientalisti, i comitati e le liste civiche delle tratte B2, C e D

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