Questa è nostra ed è dedicata alla "Resistenza silenziosa" di tutti quei soldati italiani che dopo l' 8 settembre, catturati dall'esercito tedesco, furono deportati in Germania in campi di lavoro forzati, perché si rifiutarono di combattere nella Wehrmacht o con le SS e di non aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Per loro Hitler inventò un nuovo acronimo di I.M.I. - Internati Militari Italiani.
Gli Internati Militari Italiani (IMI) sono i militari, ufficiali, sottufficiali e soldati, che furono catturati dopo l’8 settembre in Italia e su tutti i fronti di guerra, dove fino a quel momento avevano combattuto a fianco dei tedeschi come alleati. Posti davanti alla scelta di passare dalla parte tedesca e combattere nella Wehrmacht o con le SS, rifiutarono in massa e, dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, si rifiutarono anche di aderire a quest’ultima, mantenendo fede al giuramento prestato al Re, che rappresentava lo Stato italiano legittimo, e pertanto furono deportati in Germania. In quanto considerati traditori “badogliani”, fu loro tolto lo “status” di prigionieri di guerra, e attribuito quello di “internati”. Come tali non godevano della protezione degli accordi internazionali, primo tra tutti la Convenzione di Ginevra, e neppure della tutela della Croce Rossa Internazionale e delle altre organizzazioni umanitarie. Nei campi di concentramento furono sottoposti a lavoro “coatto”, ma a fronte di fame, sevizie, e umiliazioni di ogni tipo, continuarono ad opporsi ad ogni forma di collaborazione con i nazifascisti. Con il loro NO pagarono pesantemente la fedeltà al giuramento prestato all’Italia. In totale furono circa 700mila, una gran parte del Regio esercito. Oltre 50mila morirono nei campi, altrettanti al ritorno in patria per malattie contratte in prigionia.
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