Affreschi urbani. Pietro incontra Bansky.
Museo Civico di Sansepolcro AR - Fino al 10 gennaio 2021
Chi sia il genio assoluto, gigante dell'arte e chi no, lascio a voi il giudizio.
Io non ho titoli, studi, competenze particolari per poter esprimere un parere autorevole.
Il mio é solo un pensiero molto personale, mosso esclusivamente dall'istinto, e vale per gli addetti ai lavori praticamente zero.
Però, da ignorante ho occhi per vedere e una testa per tentare di pensare, e un cuore che a volte anche di fronte a un' immagine, se provocato, toccato forse da qualcosa di misterioso, indicibile e incomprensibile, si può emozionare.
Per me, in questo caso, il confronto è insostenibile, e su chi sia il genio e chi no non ci sono dubbi.
Il genio è Piero, il nano è Banksy.
Bansky è certamente intraprendente, simpatico, affascinante, comunicativo, eccentrico, sorprendente e anche geniale, che non significa necessariamente essere un genio. Significa a volte più semplicemente, ed è questo il caso del "signor mistero" Banksy, essere solo interessante e/o originale.
A me, il furbo e scaltro artista di Bristol, senza nome e senza volto, che ancora oggi, non più giovanissimo con le sue "bravate e trovate" sorprende il mondo, mi è molto simpatico. Anche in questo mio blog l'ho già in altre pagine apertamente manifestato, ma, paragonare la sua espressione figurativa all'arte assoluta e inarrivabile di Piero della Francesca è solo una bella provocazione, oso aggiungere, forse anche ispirata al suo stile, al suo modo di essere e di esprimere i suoi messaggi.
I furbi curatori della mostra dicono che "le ossessioni di Banksy somigliano alle tensioni morali di Piero della Francesca, al suo sogno di polis che comunichi valori elevati attraverso muri narrativi e metafore ad alto impatto figurativo".
Sarà anche vero, forse è propio così, ma somigliare non significa essere la stessa cosa o avere lo stesso valore. In questi termini anch'io quando giocavo al pallone somigliavo Maradona o oggi, quando suono la chitarra, somiglio a Fabrizio de André.
In ogni modo, l'operazione e la promozione di questo evento trovo sia una gran bella cosa.
Nei media si ritorna a parlare di arte, e di arte di altissimo livello.
Qualcuno in più troverà la ragione o il motivo per visitare una delle più belle città della Toscana, e il suo prezioso museo, e scoprire per la prima volta dal vero, viso a viso, nella sua luce e nella sua terra, il genio del rinascimento italiano, che ha fatto la storia dell'arte mondiale e magari apprezzare a pranzo o a cena i profumi, i sapori, e colori di una delle cucine più interessanti di questa parte d'Italia.
Insomma ....per la ventina di litografie esposte del più rappresentativo artista globale del nuovo millennio è sufficiente avere una connessione e un semplice clic. Per le opere del Piero di Benedetto de' Franceschi, invece no.
Se non avete mai vissuto questa esperienza, fossi in voi io ci andrei.
E poi chissà se proprio in quell'occasione, tra i tanti visitatori che incontrerete per le sale, confuso tra i presenti, in un angolo scorgerete fuggevolmente, commosso fine alle lacrime, davanti al Cristo Risorto, un uomo che nascosto non mostra il suo volto, e che alcuni vi diranno essere capitato lì per caso da Bristol.
emmesse
1 luglio 2020
Nessun commento:
Posta un commento