Renzi con Marino uno degli amministratori che sostengono la candidatura Matteo alla Segretieria |
Aspettando Matteo Renzi, firmo con convinzione il documento di Goffredo Bettini.
Lo hanno già fatto altre persone che si riconoscono nel "capo democratico", descritto nel documento come Laura Puppato, Ivan Scalfarotto, Davide Corritore, Alessandro Dalai,e Sandro Gozi, Stefano Boeri.
E' un invito alla discussione sui contenuti, sulle proposte e sulle idee, prima ancora della scelta che ognuno di noi farà sul nome del segretario.
Firmo il documento perchè è un chiaro contributo a costruire un nuovo partito, un Pd 2.0, che discute con la società e lo fa individuando forme di partecipazione nuove e che avranno tra i protagonisti il territorio, la base e i nostri Circoli.
Maurizio Sarchielli
Qui di seguito il sito: http://www.goffredobettini.it/
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Il documento di Goffredo Bettini rappresenta bene ciò che il PD attualmente è:
RispondiEliminaun partito incapace:
- di comunicare in modo semplice, comprensibile e sintetico, alla maggior parte delle persone.
- di parlare del futuro, del suo progetto di società e di come intende realizzarlo.
La forma.
Il documento utilizza 4.941 parole distribuite in 36 pagine, con dimensione carattere 17.
Evidentemente si rivolge all’elettorato medio del PD, over 50, presumibilmente affetto da presbiopia, composto in particolare da pensionati, con tanto tempo libero da dedicare alla lettura dell’intero documento e con dimestichezza con il “politichese”.
La sostanza
L’85% del documento analizza in modo critico il passato e il presente del PD e solo il 15% del documento viene dedicato al futuro del PD.
Unica proposta innovativa e concreta: attribuire ai circoli la decisione su grandi temi oggetto di dibattito, con l’utilizzo delle moderne tecnologie e del web.
Il tutto espresso con parole e concetti ripetitivi, evocanti scenari angoscianti e pessimistici, e con notevole utilizzo di “politichese”:
“Le canne d’organo sono accordi di potere che generano una feudalizzazione della politica”
“Un tempo i grandi partiti di massa avevano ben altra capacità cognitiva diffusa e riuscivano a realizzare un comando di indirizzo sulle tecnostrutture dello Stato”.
“D’altra parte, andare a decalcomania sulle persone è il solo modo per far emergere il conflitto e renderlo politico”
“Si colgono queste dinamiche solo con l’umiltà di un’indagine “terragna”, processuale, con successive ipotesi e verifiche”.
“La sinistra delle incrostazioni identitarie vive nella nostra memoria biologica o nella nostra memoria culturale: ma non serve ad essere in sintonia col popolo”.
In “politichese” anche la visione del PD:
“un soggetto politico innovativo, partecipato e contendibile che, attraverso una fusione permanente e progressiva con la variegata e mutante realtà sociale e umana da governare, compirà le scelte programmatiche più opportune, sulla base di processi di democrazia deliberante”.
... e della partecipazione nel PD (a cui attribuisce, a parer mio, fini impropri):
“La partecipazione, nel PD, dev’essere un atto-tentativo di liberazione e di emancipazione della persona: dalle gabbie del luogo comune, per quello che è possibile dall’angoscia dell’esistenza, dalla fragilità della nostra natura individuale oggi più che mai esposta”.
L’autoreferenzialità, che Bettini attribuisce alle formazioni politiche attuali, compreso il Pd, caratterizza anche il suo documento.
Aldilà della proposta condivisibile di “circoli deliberanti” , utilizzando le nuove tecnologie e il web, Bettini non fa altre proposte di innovazione organizzativa, né delinea una sua proposta di società futura, nè le azioni concrete attraverso cui realizzarla.
Mi sembri troppo critico!
EliminaQuale altra migliore offerta al partito democratico immaginato da bettini vedi in circolazione?
La riedizione di Forza Italia ancora con Berlusconi?
Il Grillismo anti sistema?
La sinistra radicale che da sola non sarà mai maggioranza?
L'evanescente centro di Monti o di Casini?
Certo che se i circoli potessero essere realmente deliberanti, questa si che sarebbe una rivoluzione!!!
Certe figure che ci fanno fare i nostri dirigenti sono sicuro che si sarebbero evitate e la gente perché coinvolta direttamente avrebbe perso meno fiducia nella politica e nei partiti.
Su coraggio e diamoci da fare!
Ed ecco il PD che vorrei:
RispondiElimina- comunica in modo chiaro, semplice, sintetico, senza “politichese”,
- parla soprattutto di futuro, di progetti rispondenti ai bisogni dei cittadini, della visione di società a cui aspira, di innovazione e riforme, utilizzando un linguaggio positivo, che crei fiducia ed entusiasmo,
- indica le politiche, azioni concrete, (in ambito economico, sociale, ambientale, formativo, culturale, istituzionale, ecc.) che ritiene possano far superare l’attuale crisi economica e sociale e garantire i diritti fondamentali dei cittadini,
- delinea in modo chiaro cosa differenzia le proposte del PD da quelle degli altri partiti,
- utilizza gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie e il web per favorire la partecipazione e le decisioni dei suoi elettori, in particolare dei giovani e dei giovani adulti,
- chiede ai suoi dirigenti di rendere conto delle proprie azioni a coloro che li hanno eletti, e nel caso ne disattendano il mandato li sostituisca immediatamente.
- rende pubblico, accessibile e comprensibile il bilancio del partito,
- distribuisce le risorse finanziarie del partito soprattutto a livello locale,
- abolisce l’Assemblea Nazionale del PD, poiché rivelatasi assolutamente inutile,
- impiega max due mesi per organizzare un congresso e l’elezione del nuovo segretario,
- seleziona dei dirigenti competenti che realizzino “il PD che vorrei”,
- sceglie un leader che sappia comunicare, infondere positività, sicurezza, abbia coraggio, carisma, visione, ed sia in grado di condurre il PD alla vittoria elettorale.