giovedì 30 marzo 2017

Don Maurizio Bidoglio - Varese 01/06/1954 , Sulbiate 31/03/2003.

Dagli scritti raccolti nel libro "Lampada per il cammino" edizioni centro Ambrosiano.

Salimmo a Gerusalemme
Don Maurizio Bidoglio - 1954/2003

La fuga dell'uomo e la passione di Dio.
Lc 23, 25 - 32

Non ci sono dubbi. La prima cosa che l'uomo ha imparato è stata la fuga.
Paradiso terrestre, Adamo. Adamo rappresenta ogni uomo, ed è stato il primo figliol prodigo. Voltava le spalle a Qualcuno, di cui portava impresso nella carne, nonostante tutto, il sigillo dell'immagine e della somiglianza.
Dove andava? Lontanissimo. Ci sono distanze espresse in chilometri, ma ci sono distanze del cuore che sono ancora più lunghe.
Il figliol prodigo, se non altro, moriva di fame...
Ma, quel Qualcuno non si è rassegnato alla fuga dell'uomo, non ha accettato di rimanere impoverito dell'uomo.
Dio si è posto alla ricerca dell'uomo. L'ha spiato, l'ha inseguito tenacemente, inesorabilmente.
Ha seguito, però, la strada della debolezza.
Ecco la "via crucis".
E' la strada dove finisce la mia fuga. E' la strada dove Dio raggiunge finalmente l'uomo.
Dio vince con la debolezza. Dio è forte, irresistibile, proprio quando viene dato in balia degli uomini. Pilato "consegnò Gesù alla loro volontà".
La via crucis è il luogo dell'incontro, della cattura, del recupero. La strada dove è fissato l'appuntamento con la salvezza. Impossibile resistere alla forza della debolezza di Dio.
Ciascuno di noi ha la possibilità di ricostruire, con estrema precisione, il percorso della via crucis. Lungo le strade che percorre ogni giorno. Le strade del lavoro, degli incontri, delle pene quotidiane.

Noi abbiamo paura di questa via crucis, di un Signore così.
Con Lui vacilla il trono della mia sicurezza, della mia buona coscienza.
Con Lui vanno in crisi le mie comode certezze e una certa religione a buon mercato.
Con Lui, Dio è il Dio con noi. Ma, diventa il Dio difficile, il Dio scomodo, il Dio che ci sfugge di mano. E io invece, ho sempre preteso di tenerlo in pugno, prigioniero della mia mentalità. A mia disposizione. Che tenga conto dei miei meriti. Che veda quanto sono bravo. E naturalmente, che non pretenda l'impossibile.
Invece, Gesù è venuto a strapparmi Dio dalle mani. E mi ritrovo questo Dio terribilmente oltre i miei orizzonti. Sempre al di là. Sempre pronto a sorprendermi. Sempre altro.

Allora Pilato "consegnò Gesù alla loro volontà".
Ecco, finalmente possiamo essere soddisfatti.
Il nostro sogno si è realizzato. Sia ringraziato Pilato.
Dio è nuovamente saldamente nelle nostre mani.
Possiamo farne ciò che vogliamo. 

Don Maurizio Bidoglio




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