venerdì 24 marzo 2017

Serata fantastica - 1979

Fantastica serata

Musica di Bertazzoni - Sarchielli 
Testo di Sarchielli 

Più che una canzone quello che segue è un ricordo. 
Un ricordo che poi è diventato una nostra canzone. 
La melodia nacque quando Alessandro, in un lontano estivo pomeriggio del 1979, mi fece ascoltare il suono di una sua nuova chitarra acustica accennando una sequenza di accordi che subito mi colpirono. Iniziava in minore; era un po' malinconica; però, potente; semplice ma logica, diretta efficace. 
Ideale per raccontare qualcosa di triste sì, ma non più di tanto.  
Ed io, una storia da raccontare così ce la avevo già in mente da un po'.
Non ero ancora riuscito a trovare la musica giusta che la potesse contenere e accompagnare. 

Poi da solo in camera mia in pochi minuti "Serata fantastica" era già fatta e finita. 
Forse le parole aspettavano quelle note; forse anche quella melodia attendeva di incontrare un testo così. 

Piacque subito a tutti. Piaceva anche a me, anche se non mi sembrava così eccezionale. 
La cosa straordinaria, invece, è che piaceva fin dal primo ascolto, in particolare, a molte giovani amiche: alcune,  si emozionavano fino alle lacrime. 
Mah, misteri dell'umana sensibilità.

Certo, eravamo solo dei ragazzini, tutti naturalmente un po' sognatori, con un grosso cuore gonfio di speranze,  sempre vigile e attento, sempre in cerca d'amore. 

Ho solo una vecchia registrazione. Purtroppo non è chiarissima. 
Chissà se in futuro troverò/troveremo il modo di registrarla di nuovo.


emmesse


Che serata fantastica ho passato con lei,
quella notte del sul porto svegli fino alle sei,
ma come ero sconvolto,

ed il canto del mare ci faceva sognare,
i suoi occhi assonnati, continuava a parlare,
non riuscivo a capire,
mi piaceva ascoltare.


No, non è amore, è solo il bisogno di parlare
tra due persone sconosciute
senza avere una ragione.
No, non è amore, se poi ti ritrovi con le mani,
nelle sue mentre ridi, aspettando domani;

per il gusto di dire,
tutto quello che hai dentro,
la poesia che hai inventato,
già è fuggita nel vento.


Ed il tempo passava come il freddo tra noi,
il profumo del pane mi faceva piacere:
dai lo andiamo a comprare.

Poi pian piano si sentono i primi rumori,
e di colpo capisci di non esser più fuori,
è arrivato, domani; ma tu, come ti chiami?
Come ti chiami?

No, non è amore, di colpo ti accorgi che tutto è finito,
è stato soltanto un misero errore,
io non la avevo capito.
No non è amore, mi sento dentro tanta confusione,
così questa sera mezzo ubriaco, ti voglio dedicare questa canzone.

Non lo dico per vanto,
non mi sono mai illuso,
mi è rimasto soltanto,
un ricordo confuso.

No, non è amore, è solo il bisogno di parlare
tra due persone sconosciute
senza avere una ragione.
No, non è amore se poi ti ritrovi con le mani,
nelle sue mentre ridi, aspettando domani;
per il gusto di dire,
tutto quello che hai dentro,
la poesia che hai inventato,
già è volata nel vento.


Maurizio Sarchielli 

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