sabato 1 aprile 2017

Ricordando Don Maurizio di Sara e Guglielmo.

Post pubblicato ieri 31/04!2017 dagli amici Sara e Guglielmo su FB Gruppo Sei di Sulbiate se...

Pensiamo che sia giusto e onesto ricordare don Maurizio con le sue stesse parole.
Parole che non esprimono la perfezione e la sicurezza di chi dice di aver trovato Dio, ma il dubbio e le incertezze dell’uomo che è alla continua ricerca del Signore Gesù nella vita di tutti i giorni con le sue difficoltà e le sue sconfitte.
Ricordiamo che spesso diceva che chi affermava di aver trovato Dio, in realtà aveva chiuso le porte della ricerca e non lo avrebbe forse mai trovato, perché Dio è nel continuo scavare dentro se stessi.
Don Maurizio comunicava, a chi lo cercava nella sofferenza, una dimensione consolatoria che si rifletteva nel lato umano della sua fragilità, nella fede nella continua attesa (anche quando lo “sposo” ritarda), nella certezza che il Signore è venuto e continua a venire per chi ha paura, per chi è e si sente solo, per chi non ha nulla e non ha certezze, per chi è nel peccato e non si sente perdonato, per chi è così lontano da Gesù da non saperlo riconoscere.
Il suo soffrire era spesso un richiamo per se stesso e per gli altri ad aprirsi alla fede.
Vorremmo ancora sottolineare che raccogliere questi suoi scritti sulla Quaresima e sulla Pasqua e consegnarli alla sua comunità perché lo possa così ricordare, è prima di tutto un gesto di affetto e di rispetto.
E in secondo luogo ci sembra giusto valorizzare la profondità del suo pensiero e delle sue meditazioni che sapeva comunicare con concisione e incisività, lasciando in chi lo ascoltava quasi una sensazione di disagio che provocava il desiderio di continuare o di iniziare a leggere la Parola di Dio per scoprirne, da un lato la bellezza, dall’altro la “scomodità” e la fatica di seguirla.
Ci sembra allora bello ricordarlo ancora una volta con le parole che lui stesso ha lasciato e che sintetizzano la sua fragilità, la sua sofferenza e nello stesso tempo la sua fede nell’accoglienza di Gesù:

Signore Gesù, sono un povero che cerca ancora te.
E’ vero. Tu accoglimi così
”.

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