Dopo il 25 luglio del 1943 quando si seppe che il Duce era stato messo in minoranza dai suoi camerati e della conseguente caduta del governo fascista ci furono grandi feste in tutta Italia.
Anche a Campegine in casa Cervi papà Alcide e i suoi sette figli non ebbero esitazione.
Con altre famiglie del paese portarono nei bidoni per il latte la pastasciutta in piazza per festeggiare ciò che speravano e immaginavano, con la caduta di Mussolini: l'imminente fine della guerra.
Quella pastasciutta del 27 luglio 1943 passò alla storia con il nome di "pastasciutta antifascista". Purtroppo per la fine reale della guerra si dovrà attendere ancora due lunghi anni, ma i fratelli Cervi trucidati dai fascisti non ci sarebbero stati più.
In loro onore l'Istituto Cervi ha voluto vent'anni fa rilanciare la "pastasciutta antifascista" come momento di festa, memoria e incontro, che richiama sempre nel paese emiliano migliaia di persone.
In tutta Italia molti negli anni successivi hanno seguito l'esempio.
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Redazione
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