Venerabile Don Mario Ciceri |
Sono arrivato lì molto preso. Prima dell'appuntamento ho avuto modo con "Charac S. M." di girare senza meta per le sconosciute e ancora buie strade del paese.
A Veduggio (oggi Veduggio con Colzano) non c'ero mai stato prima di allora. Ma,sapevo che un giorno, prima o poi ci sarei dovuto passare. Ero curioso di conoscerla - qui la posizione -
Perché?
Perché certi posti è come se ti avessero dato un appuntamento che tu sai che prima o poi onorerai.
Perché un sulbiatese dovrebbe sapere che in questo piccolo paese della bella provincia di Monza e della Brianza nacque l' otto settembre del 1900 Mario Ciceri, oggi per la chiesa Venerabie Don Mario Ciceri. CLICCA QUI.
Di lui,di Don Mario, in questo blog ci siamo occupati già in altri precedenti post: clicca qui.
Leggendo qua e là on line di Don Mario è attribuita la paternità della frase che troverete sotto riportata.
Mi ha colpito non solo perché scritta da Lui ma in particolare perché ci sono parole che spesso anche in controventoblog ci capita per metafora di usare: Tempesta - nave/navicella - ancora - porto ...
Dicevo che a Veduggio prima dell'incontro di lavoro avanzavo del tempo.
Allora ho provato a chiedere di Don Mario alle poche persone che a quell'ora del mattino erano presenti in uno dei pochi bar aperti dove mi ero rifugiato per un rapido caffè.
Non mi sono stupito molto che nessuno conoscesse di Don Mario e sapesse qualcosa della sua storia.
Un po' deluso sì.
Allora, uscito dal bar, prima di risalire con "Charac", ho visto avvicinarsi da lontano , un "omino" un po' avanti con l'età, pochi capelli, tutti grigi, grigi, che avanzava lentamente un po' claudicante verso di me.
Quando ho chiesto a lui di Mario Ciceri, o meglio di Don Mario Ciceri nato in questo paese all'inizio del precedente secolo se per caso lo conoscesse o sapesse qualcosa di Lui: quell'uomo sconosciuto e anziano ha alzato la testa, mi ha fissato negli occhi e nel suo volto che prima pareva triste, un po' amaro e pensieroso, come per magia gli si disegnò un sincero e sereno e orgoglioso e felice sorriso.
E non aggiunse altro. E se proseguì per la sua strada.
Ecco quella silenziosa risposta mi accompagnò per tutto il resto di quel giorno e non solo.
emmesse
Sulbiate, 30 marzo 2019
«La volontà di Dio non deve mai spaventarci, quando siamo sicuri dell’amor suo per noi e del nostro per Lui. Comunque siano le tempeste che s’abbattono sulla fragile nostra navicella, l’ancora dell’amore di Dio la terrà ferma e le impedirà di infrangersi; questo stesso amore infonderà energia e spingerà insensibilmente al porto. Ed allora vedremo e saremo consolati. Progrediamo in questa speranza e non temiamo nulla né la notte né la tempesta: Gesù ci è guida, Egli ci difende, Egli ci aspetta».
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