martedì 14 maggio 2019

Il fuoco - Riflessione.

Ieri a Cologno Monzese su una panchina di un piccolo parco pubblico pubblico in attesa dell'apertura di un magazzino per ritirare del materiale che poi sarebbe servito per una copertura a Como.

Io ed il mio pseudo zippo: riflessione.


Questa foto l'ho pubblicata ieri sulla pagina personale di FB. Questo il commento scritto:

"Ho trovato in tasca stranamente il vecchio e fedele pseudo zippo. Funziona! .... questa nuova fiamma riaccende in me vecchi nostalgici ricordi... e il mio spirito bombarolo e guerriero ch'entro mi rugge... alla larga! oggi nessuno di traverso sono pericoloso. Olè."

A me il fuoco è sempre piaciuto. No, sono un piromane. Semplicemente mi affascina, mi attrae. Sì per me il fuoco è magnetico. Passerei molto tempo senza stancarmi a guardare le fiamme di un camino. Il fuoco distrugge, ma il fuoco crea, il fuoco salva la vita ma può uccidere, il fuoco purifica
ma il fuoco distrugge, illumina la notte ma anche elimina la vita, il fuoco è immagine dell'Amore, il fuoco è morte e distruzione, il fuoco è immagine dello spirito ma anche dell'inferno...

Si sprecano le citazioni  su questo elemento. Tra le più riuscite una: di Eraclito e pone il fuoco in relazione con gli altri elementi

"Il fuoco vive della morte della terra,
e l'aria vive della morte del fuoco,
l'acqua vive della morte dell'aria,
la terra della morte dell'acqua." 

E infine tra le poesie quella che immagino tutti abbiamo letto a scuola almeno una volta, quella che l'Angiolieri mentre l'Alighieri componeva la Commedia lui scriveva cose così:

S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; 
s’i’ fosse vento, lo tempesterei; 
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei; 
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo; 

s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo, 
ché tutti cristïani imbrigherei; 
s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei? 
A tutti mozzarei lo capo a tondo. 

S’i’ fosse morte, andarei da mio padre; 
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: 
similemente farìa da mi’ madre. 

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, 
torrei le donne giovani e leggiadre: 
e vecchie e laide lasserei altrui. 



Qui cantata e interpretata da Faber. 

Insomma mi piace, mi piace, mi piace. 

Mi riscalda, mi protegge, mi fa sentire a casa, fa evaporare umidità e cattiverie anche quelle che stanno dentro giù infondo nascoste nei più reconditi pertugi, introvabili, irraggiungibii, fino alle ossa, fino al midollo.

Insomma quanto vorrei anch'io saper predicare e praticare  quegli ultimi tre versi del sonetto dell'Angiolieri: solo tre, irridenti e scanzonati versi in volgare italiano; forse il senso o almeno il programma compiuto di tutta una vita. Che bello!

...Si fossi Mao com'i son e fui
torrrei le donne giovani e leggiadre
e vecchie e laide lasserei altrui. 



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