giovedì 23 gennaio 2020

Poesia. Le golose - Guido Gozzano. 1883-1916


    Le golose

    Io sono innamorato di tutte le signore
    che mangiano le paste nelle confetterie.

    Signore e signorine -
    le dita senza guanto -
    scelgon la pasta. Quanto
    ritornano bambine!

    Perché nïun le veda,
    volgon le spalle, in fretta,
    sollevan la veletta,
    divorano la preda.

    C'è quella che s'informa
    pensosa della scelta;
    quella che toglie svelta,
    né cura tinta e forma.

    L'una, pur mentre inghiotte,
    già pensa al dopo, al poi;
    e domina i vassoi
    con le pupille ghiotte.

    un'altra - il dolce crebbe -
    muove le disperate
    bianchissime al giulebbe
    dita confetturate!

    Un'altra, con bell'arte,
    sugge la punta estrema:
    invano! ché la crema
    esce dall'altra parte!

    L'una, senz'abbadare
    a giovine che adocchi,
    divora in pace. Gli occhi
    altra solleva, e pare

    sugga, in supremo annunzio,
    non crema e cioccolatte,
    ma superliquefatte
    parole del D'Annunzio.

    Fra questi aromi acuti,
    strani, commisti troppo
    di cedro, di sciroppo,
    di creme, di velluti,

    di essenze parigine,
    di mammole, di chiome:
    oh! le signore come
    ritornano bambine!

    Perché non m'è concesso -
    o legge inopportuna! -
    il farmivi da presso,
    baciarvi ad una ad una,

    o belle bocche intatte
    di giovani signore,
    baciarvi nel sapore
    di crema e cioccolatte?

    Io sono innamorato di tutte le signore
    che mangiano le paste nelle confetterie.

    Guido Gozzano

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