Angelo Mattavelli
Nato il 17 Gennaio 1925 era l’ultimo di otto fratelli che il padre Giuseppe aveva avuto dalle seconde nozza con Maria Spelta.
Abitava in un immobile ora scomparso a Sulbiate Superiore in via Orientale 14 (identificata ora come Via Stoppani) .
La famiglia oltre all’attività agricola commerciava in bestiame. In quegli anni si sviluppava il fenomeno del cosiddetto “pendolarismo” con la città di Milano che con l’espandersi nel capoluogo dell’industria attirava dai paesi i giovani che abbandonavano il lavoro nella campagna.
E’ così che Angelo all’età di 14 anni inizia a prendere servizio in una fabbrica per la lavorazione del cuoio.
Allo scoppio della guerra, allettato da una prospettiva migliore Angelo entrava come garzone alla Breda.
Durante uno dei sistematici rastrellamenti da parte delle milizie tedesche il 15 marzo del 1944 Angelo viene arrestato a Sesto San Giovanni con altri 16 compagni di lavoro e accusati senza fondamento di essere un partigiano.
Tradotto nel carcere di S. Vittore e poi trasferito in una caserma di Bergamo gli viene intimato di aderire al partito fascista. Netta è la posizione di Angelo che rifiuta: è stata la sua condanna.
Venne trasferito con altri prigionieri sui vagoni merci diretti al campo di sterminio di Mauthausen vi giunge l’8 aprile del 1944 registrato con il nr. di matricola 61690 è traferito a Gusen Mauthausen il 7 maggio 1944, e’ trasferito a Gusen St. Georgen (Mauthausen) l’8 settembre 1944 E’ traferito nel Sanitaetslager il 1 marzo 1945.
Lavori forzati denutrizione stenti la quotidiana tortura delle nerbate da dieci a trenta, e la corsa disperata per sottrarsi alle fauci dei cani aizzati contro dai loro aguzzini, dopo mesi passati in quell’inferno ridotto a larva umana e scheletrico Angelo muore.
Dal registro degli atti di morte del Comune di Sulbiate troviamo nell’anno 1950 la data di decesso di Mattavelli Angelo nel campo di eliminazione di Mauthausen Germania di anni 20 avvenuta il 21 aprile 1945
Morto in seguito a esaurimento e sevizie in deportazione, la salma cremata nel campo stesso.
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