Oggi i giornali parlano molto di Giorgia, ma non del Presidente del Consiglio, ma delle lacrime della giovane Giorgia che al festival di Giffoni, piangendo perché si dice colpita da "eco-ansia", pone una domanda al Ministro dell' Ambiente e che a sua volta si commuove e rispondendo piange anche lui ovviamente manifestando solidarietà, ma concretamente senza rispondere nulla. Ma, cosa altro poteva fare?
Lodevole, la partecipazione al problema e la commozione fino alle lacrime, ma, se utile ai media per riempire i giornali di una notizia emotivamente "pruriginosa", è certamente inutile alla soluzione del problema ecologico ambientale. Un giovane non può, non deve fermarsi qui.
Di giovani sensibili, educati, ma timorosi e fragili non ce ne facciamo niente.
Sarà anche colpa nostra averli cresciuti male, ma la speranza, il coraggio, la voglia di combattere a un certo punto uno se la deve trovare da solo.
Abbiamo bisogno di giovani arrabbiati, della loro forza, incoscienza e determinazione, che sappiano però pensare al plurale e non come singoli, o monadi psicologicamente devastate.
Una generazione nuova capace di perdonare le nostre imperdonabili responsabilità, e di accogliere nella loro lotta, non più rinviabile, anche le loro madri e i loro padri oggi pentiti di tutte le indolenti e gravi omissioni ambientali commesse con leggerezza senza alcun pentimento pochi anni fa.
Un Ministro uomo che si commuove fa tenerezza. Ma, lasciatemi dire che anche in questo caso, proprio perché Ministro, non può e non deve fermarsi qui.
emmesse, 29 luglio 2023
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