venerdì 21 aprile 2017

Di Pietro se ne va. Pedemontana, incompiuta e senza soldi, resta.

Il 26 aprile termina mestamente l'avventura di Antonio Di Pietro alla Presidenza di Autostrada Pedemontana e sembrerebbe che il suo sostituto sarà un altro ex magistrato.

Pochi giorni fa Antonio di Pietro ha ammesso di fronte ai sindaci di Monza e della Brianza che "non ci sono soldi per terminare l'opera".

Allo stato attuale i cantieri sono fermi e la realizzazione per il tronco principale è al 30%.

Così ha dichiarato Dario Ballotta responsabile Legambiente Lombardia:" Già lo scorso anno il bilancio di Pedemontana ha registrato ben 22 milioni di perdite. neppure a Pedemontana in queste condizioni, pensano sia possibile la ripresa di lavori. Infatti Bei e CdP sono titubanti e le banche italiane hanno fatto sapere che non sono proprio disponibili. A convincerle non sono bastati neppure i 450 milioni di garanzia di Regione Lombardia e i 350 milioni di defiscalizzazione".
fonte: web - Provincia di Varese.it

Riflessione personale: 
Si sapeva fin dall'inizio che l'infrastruttura Pedemontana non avrebbe mai avuto flussi di traffico sufficienti a giustificare la sua costruzione e ancora di più,
a ripagare gli investimenti che sarebbero stati necessari. Lo dicevano non solo gli ambientalisti "talebani" difensori del territorio e dell'ambiente, senza "se" e senza "ma". La tesi era sostenuta  anche da competenti studiosi in queste materie. IL Politecnico di Milano anni fa, aveva prodotto studi che confermavano l'inutilità dell'opera. Eppure, nonostante l'evidente evidenza, si è voluti andare avanti. Ecco il risultato!

Sarà impossibile trovare investitori privati disponibili a rischiare capitale in un opera che ormai ha manifestato la sua anti economicità. Pedemontana non sarà  altro che uno sciagurato eco-mostro che peserà interamente sulle spalle dei cittadini. 

Regione e Stato come da canovaccio si palleggiano le responsabilità, offrendo uno spettacolo che oltre a essere inguardabile oggi è più che imbarazzante.

L'auspicio è che qualcuno rinsavisca e fermi l'opera, e che se esiste ancora qualcosa da poter investire in questo territorio per favorire viabilità e mobilità lo si faccia non più per immaginare "autostrade nel deserto" e colate di nefasto inutile asfalto, ma in riqualificazione della rete stradale esistente, in trasporto pubblico, treni, metropolitane leggere, ... che altro c'è da capire?
Non pare sia chiedere l'impossibile. 

emmesse

Articolo di M. Guzzi pubblicato ieri nel Giorno di Monza e Brianza: 


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