sabato 15 aprile 2023

Scappo di Casa - Ivan Graziani - Canzoni di notte

 


Il disagio dell'essere adolescenti è una prova che tutti nel bene o nel male abbiamo dovuto superare per diventare ed essere quello poi siamo diventati. Per chi sta crescendo ogni luogo, ogni epoca , ogni generazione ha le sue grandi  o piccole difficoltà. 

"Scappo di casa" di Ivan Graziani è tra le poche canzoni che efficacemente raccontano, il problema dell'essere adolescente e l'incomunicabilità che generalmente si manifesta nei confronti dei genitori o degli adulti in genere. 

La musica sincopata del brano trasmette lieve ansia, leggerezza, insicurezza e sembra quasi voglia comunicare incertezza e scandire il tempo della fuga del giovane protagonista che dopo 20 giorni si vede costretto a ritornare a casa ed affrontare la madre che neppure lo ha cercato. Non è una sconfitta perché il ragazzo, anche se apparentemente non ha vinto, ha fatto esperienza di vita, e anche se non ha ancora capito se "il diavolo cresce nel ventre delle donne" ormai è sulla buona strada.

D'altra parte "tra persone civili ci si intende sempre".

Tutto questo nel tempo di una breve canzone: ecco il genio di Ivan Graziani.

emmesse, 15 apr 2023


Scappo di casa - Ivan Graziani - Pigro 1978

Testo e appena possibile anche accordi
RE                             LA                                  SI-
Venti giorni di fuga e neanche un appello per radio               SOL
Evidentemente mia madre                    MI-                       LA
Non è neanche una buona padrona                      MI-             SOL/SI-
Perfino per i cani smarritiSOL.       SI-       LA
Si fanno appelli per radio           LA                                                    SOL
Ma io no, non ho imparato a leccare bene la mano                          RE
Di chi mi dà da mangiare

E la mia cara mammaMi ha voluto grasso ed eunuco"Non andare con le donne", diceva"Hanno il demonio nel ventreIo sarò la tua unica donnaCome il serpente che si morde la codaL'ignoranza nel sesso è la base per vivere felici"
Il dottore vicino di casa ammassava quattriniNel suo cappotto di cammelloNon c'era posto per la mia adolescenza"Il ragazzo deperisce", diceva"Saranno gli esami di stato"Ma la mia mente volava ogni giornoSulle gambe della segretaria di scuola
Venti giorni di fugaE neanche un appello per radioE in questo bar sotto casaIo mi bevo il mio cappuccinoLiscio, liscio e il peccato marcisceNella mia cartella di focaTra le calze, le mutande, le scarpe e il dentifricio
Quella rossa che continua a fissarmiAbbracciata al suo uomoSarà così che il diavolo le cova nel ventreQuasi, quasi le domando se è veroNon ci sarebbe niente di male, "tra persone civili"Come diceva la mamma, "ci si intende sempre"
E allora perché quel suo grosso individuo mi chiama balordo?Vuole spaccarmi la faccia se non mi tolgo fuori dai piediE intanto il padrone del bar vuole che paghi il mio cappuccinoMi coprirò con le braccia la testa, come facevo da bambino

Nessun commento:

Posta un commento