venerdì 2 agosto 2019

Il bagno (pubblico), le donne e il grande segreto. Fonte FB.

Ieri ho letto e condiviso un post pubblicato da un'amica di FB.

Lo ripropongo anche qui. Perché ben fatto, e interessante e amaramente divertente. Racconta una verità che in molti immaginavamo ma che per pudore o per altri motivi non gli abbiamo mai dato troppa importanza.
 Invece, accidenti non è poca cosa. Il tono dello scritto è sì ironico, divertente e divertito, ma che ansia e che dramma....

Io dopo aver letto questo lunghissimo post l'ho condiviso e così commentando:

...due pensieri: massimo rispetto e stima per tutte le donne; grazie Signore d'avermi creato uomo


Il grande segreto di tutte le donne rispetto

ai bagni è che da bambina tua mamma ti
portava in bagno , puliva la tavolozza, ne
ricopriva il perimetro con la carta igienica e
poi ti spiegava: ‘ MAI, MAI appoggiarsi sul
gabinetto!’ , e poi ti mostrava ‘la posizione’ ,
che consiste nel bilanciarsi sulla tazza
facendo come per sedersi, ma senza che il
corpo venisse a contatto con la tavoletta.
‘La posizione’ è una delle prime lezioni di
vita di quando sei ancora una bambina ,
importantissima e necessaria, dovrà
accompagnarti per il resto della vita. Ma
ancora oggi , ora che sei diventata adulta, ‘ la
posizione’ è terribilmente difficile da
mantenere quando hai la vescica che sta per
esplodere. Quando ‘ devi andare ’ in un
bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di
donne che ti fa pensare che dentro ci sia
Brad Pitt. Allora ti metti buona ad aspettare ,
sorridendo amabilmente alle altre che
aspettano anche loro con le gambe e le
braccia incrociate ( è la posizione ufficiale da
‘me la sto facendo addosso ’) . Finalmente
tocca a te , ma arriva sempre la mamma con
la figlioletta piccola ‘che non può più
trattenersi’, e ne approfittano per passarti
davanti tutte e due! A quel punto controlli
sotto le porte per vedere se ci sono gambe .
Sono tutti occupati . Finalmente se ne apre
uno e ti butti addosso alla persona che
esce. Entri e ti accorgi che non c ’è la
chiave (non c ’è mai!); pensi: ‘ Non
importa…’ . Appendi la borsa a un gancio
sulla porta e , se il gancio non c ’è (non c ’è
mai!), ispezioni la zona: il pavimento è
pieno di liquidi non ben definiti e non osi
poggiarla lì , per cui te la appendi al collo
ed è pesantissima, piena com’ è di cose che
ci hai messo dentro , la maggior parte delle
quali non usi ma le tieni perché ‘ Non si sa
mai’. Tornando alla porta, dato che non c’ è
la chiave devi tenerla con una mano, mentre
con l ’altra ti abbassi i pantaloni e assumi ‘la
posizione’… Aaaaahhhhhh … finalmente… A
questo punto cominciano a tremarti le
gambe perché sei sospesa in aria, con le
ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che
ti bloccano la circolazione, il braccio teso
che fa forza contro la porta e una borsa di 5
chili appesa al collo . Vorresti sederti, ma
non hai avuto il tempo di pulire la tazza né
di coprirla con la carta , dentro di te pensi
che non succederebbe nulla ma la voce di
tua madre ti risuona in testa : ‘Non sederti
MAI su un gabinetto pubblico!’ . Così rimani
nella ‘posizione ’, ma per un errore di
calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle
calze!!! Sei fortunata se non ti bagni le
scarpe. Mantenere ‘la posizione ’ richiede
grande concentrazione : per allontanare dalla
mente questa disgrazia, cerchi il rotolo di
carta igienica maaa , cavolo , non ce n ’é !!!
(Mai) Allora preghi il cielo che tra quei 5
chili di cianfrusaglie che hai in borsa ci sia
un misero kleenex , ma per cercarlo devi
lasciare andare la porta: ci pensi su un
attimo, ma non hai scelta . E non appena
lasci la porta, qualcuno la spinge e devi
frenarla con un movimento brusco , altrimenti
tutti ti vedranno semiseduta in aria con i
pantaloni abbassati … NO !!! Allora urli : ‘O -
CCU- PA- TOOO!!!’ , continuando a spingere la
porta con la mano libera, e a quel punto dai
per scontato che tutte quelle che aspettano
fuori abbiano sentito e adesso puoi lasciare
la porta senza paura , nessuno oserà aprirla
di nuovo ( in questo noi donne ci rispettiamo
molto) e ti rimetti a cercare il kleenex ,
vorresti usarne un paio ma sai quanto
possono tornare utili in casi come questi e
ti accontenti di uno, non si sa mai. In quel
preciso momento si spegne la luce
automatica, ma in un cubicolo così
minuscolo non sarà tanto difficile trovare
l’interruttore ! Riaccendi la luce con la mano
del kleenex , perché l’ altra sostiene i
pantaloni, conti i secondi che ti restano per
uscire di lì , sudando perché hai su il
cappotto che non sapevi dove appendere e
perché in questi posti fa sempre un caldo
terribile. Senza contare il bernoccolo
causato dal colpo di porta, il dolore al collo
per la borsa, il sudore che ti scorre sulla
fronte, lo schizzo sulle calze… Il ricordo di
tua mamma che sarebbe piena di vergogna
se ti vedesse così , perché il suo … non ha
mai toccato la tavoletta di un bagno
pubblico, perché davvero ‘non sai quante
malattie potresti prenderti qui ’. Ma la tortura
non è finita … Sei esausta, quando ti metti
in piedi non senti più le gambe , ti rivesti
velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone!
Se non funziona preferiresti non uscire più
da quel bagno, che vergogna! Finalmente vai
al lavandino : è tutto pieno di acqua e non
puoi appoggiare la borsa, te la appendi alla
spalla, non capisci come funziona il
rubinetto con i sensori automatici e tocchi
tutto finché riesci finalmente a lavarti le
mani in una posizione da Gobbo di Notre
Dame, per non far cadere la borsa nel
lavandino. L ’asciugamani è così scarso che
finisci per asciugarti le mani nei pantaloni,
perché non vuoi sprecare un altro kleenex
per questo! Esci passando accanto a tutte le
altre donne che ancora aspettano con le
gambe incrociate e in quei momenti non
riesci a sorridere spontaneamente , cosciente
del fatto che hai passato un ’eternità là
dentro. Sei fortunata se non esci con un
pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa ,
o peggio ancora con la cerniera abbassata !
A me è capitato una volta , e non sono
l’unica a quanto ne so! Esci e vedi il tuo
uomo che è gia uscito dal bagno da un
pezzo, e gli è rimasto perfino il tempo di
leggere ‘Guerra e pace’ mentre ti aspettava .
‘Perché ci hai messo tanto?’, ti chiede
irritato . ‘ C ’era molta coda ’, ti limiti a
rispondere. E questo è il motivo per cui noi
donne andiamo in bagno in gruppo , per
solidarietà, perché una ti tiene la borsa e il
cappotto, l’altra ti tiene la porta e l’altra ti
passa il kleenex da sotto la porta; così è
molto più semplice e veloce , perché tu devi
concentrarti solo nel mantenere ‘ la
posizione’ ( e la dignità) . Questo scritto è
dedicato alle donne di tutto il mondo che
hanno usato un bagno pubblico e a voi
uomini , perché capiate come mai ci stiamo
tanto dentro .

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