giovedì 24 novembre 2022

Il mare sa raccontare - Deve attendere - Diario


Dovrò rinunciare a "Il mare sa raccontare". L'ho sempre immaginata quale ultimo brano del progetto teatro canzone. Ma, per esigenze di copione già oggi in nostro possesso non va bene. Denuncia e confessa una colpa troppo grande troppo amara e triste per il finale invece positivo e brillante della sceneggiatura scritta da MahatmaParma. Peccato, ci sarà altra occasione. Mi dispiace anche perché dei pochi video che ho pubblicato sul mio canale youtube è quello che forse ha più visualizzazioni. Chissà perché? Dura più di otto minuti, ma questa è la versine originale. Successivamente è stato poi tagliato e sistemato da EudaimonMax riducendolo, senza perdere di senso e significato, ad un tempo più consono a una normale canzone. Ancora non abbiamo deciso con gli altri Ichichè quale brano prenderà il suo posto. E' molto probabile che sarà "Poco meno di un angelo" anche per ricordare Sergio Graziani che purtroppo non sarà più sul palco con noi, ma è tutto ancora da decidere.

Per ascoltare ecco il link:
https://www.youtube.com/watch?v=sNQurFEkgxI


Il mare sa raccontare. Testo e musica di Maurizio Sarchielli Il mare sa raccontare, il mare che non conosco che in passato si diceva chiamassero nostro. Il mare non si dimentica, la sua memoria è infinita, che sia questo il suo mistero, il suo tesoro nascosto. Il mare è calma e tempesta, speranza e disperazione, che non posso raccontare in una sola canzone. Da qui si vedono le stelle e il mare nel cielo si confonde sento qualcosa che mi culla, forse è un'onda o forse non è nulla. Da qui, nessuno può fuggire e in certe notti anche la luna tace, la sua voce non dà consolazione, un po' di pace, un senso una ragione. Il mare è liberazione, prigione e sofferenza, nella notte c'è qualcosa che alla deriva avanza. Il mare così profondo che lava i panni del mondo, la coscienza sporca e allegra di chi se ne frega. E' miseria e vergogna e infinita pena, di chi assiste un po' s'indigna ma non fa una piega. Da qui si vedono le stelle e il mare nel cielo si confonde, sento qualcosa che mi culla, forse è un'onda o forse non è nulla. Da qui nessuno può fuggire e in certe notti anche la luna tace, la sua voce non dà consolazione, un po' di pace, un senso una ragione. Il mare sa custodire, gli antichi miti del tempo, ci confonde e il vento soffia tra il sorriso e il pianto. Il mare è di chi arriva, il mare è di chi parte, lui non si scompone e sfida il destino e la sorte. Il mare che ci prende tra queste sue onde per il nostro naufragare tra la vita e la morte. Il mare la nostra tomba, della nostra indecenza, inumana civiltà, vergogna e indifferenza. Da qui, si vedono le stelle e il mare nel cielo si confonde, sento qualcosa che mi culla, forse è un'onda o forse non è nulla. Ed io che fingo di capire questo male in stadio terminale. Da qui anch'io vorrei partire in certe notti quando la luna tace, senza vento fuggire dal silenzio, senza pace da questo mio tormento. Da qui si vedono le stelle e il mare nel cielo si confonde sento qualcosa che mi culla, forse è un'onda o forse non è nulla. Da qui nessuno può fuggire e in certe notti anche la luna tace, la sua voce non dà consolazione, un po di pace, un senso una ragione. Maurizio Sarchielli 2016


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