NDA - Possibile traccia per introduzione in occasione di "Origini - evoluzioni" - Vimercate 13 gen 2024.
Questa è una poesia scritta dalla Vimercatese Signora A. Mattavelli Brambilla. Racconta dell’alba di un giorno triste, ma, importante per la storia di questo paese Medaglia d’Argento al Merito Civile: è un memoriale in versi esattamente dell’alba del due febbraio 1945. I giovani partigiani Renato Pellegatta, Luigi Ronchi, Pierino Colombo, Emilio Cereda, Iginio Rota, furono fucilati dai nazifascisti per aver partecipato il 2 gennaio ad un fallito attacco al campo di aviazione di Arcore dove purtroppo era già stato ucciso in un precedente combattimento il loro Comandante Acciaio: Aldo Motta. Sono conosciuti e passati agli onori della Storia come “I Martiri vimercatesi”.
La dittatura nazi fascista era prossima all’epilogo. Inaspettato e clamoroso, fu il pellegrinaggio dei giorni successivi, che assunse la forma di protesta e di sfida pacifica e silenziosa, contro l’ingiustizia dei Repubblichini, di molti cittadini di Vimercate che senza paure a piedi si diressero fino ad Arcore al campo di aviazione per omaggiare i caduti e visitare al luogo dell’eccidio. I versi della Brambilla emozionano perché non solo celebrano il triste momento storico ma raccontano e testimoniano, la compartecipazione al dolore e all’ingiustizia di un paese intero, talmente profondi che in questo racconto anche la natura solidale e silenziosa ne è protagonista e partecipe.
C L’era un dì cumè tanti alter,
F6 l’alba la tardava a spuntà,
A-7 al ciel l’era gris , quasi a presagì
F6 una trista realtà.
I cavalant cuminciaven a pasà
E so l’asfalt i cavai
Batevan i sòcur cume a vurè
Al paes risveglià.
G Oh alba! Triste A- mesagera,
C mai cal dè lè pùdarem A- scurdà
C eren cinc bagai G gagliard e F fort
C e in sta cundanà G cundanà a F mort.
Eren cresù che in Briansa
Tera de lavuradur, gent
Gàguadagnava al pan
Cun tantu sudur
Vureven la sua tera
dall’invasar liberà
e propri per quest, in stà cundanà
Oh alba! Triste mesagera,…
L’era un’alba luntan del duu de Fabrar.
Alba, misteriusa
Te sùla al patibol ti e cumpagnà
So lur te veglià
L’era un’alba luntan del duu de Fabrar.
Alba, misteriusa
E cume una man cun la tua breva
ta ghe dà l’ultima caresa.
Oh alba! Triste mesagera…
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