sabato 30 dicembre 2023

Origini, evoluzioni - Vimercate , 13 gen '24 - Intro e testo

 

NDA - Possibile traccia per introduzione in occasione di "Origini - evoluzioni" - Vimercate 13 gen 2024.

Questa è una poesia scritta dalla Vimercatese Signora A. Mattavelli Brambilla. Racconta dell’alba di un giorno triste, ma, importante per la storia di questo paese Medaglia d’Argento al Merito Civile: è un memoriale in versi esattamente dell’alba del due febbraio 1945.  I giovani partigiani Renato Pellegatta, Luigi Ronchi, Pierino Colombo, Emilio Cereda, Iginio Rota, furono fucilati dai nazifascisti per aver partecipato il 2 gennaio ad un fallito attacco al campo di aviazione di Arcore dove purtroppo era già stato ucciso in un precedente combattimento il loro Comandante Acciaio: Aldo Motta. Sono conosciuti e passati agli onori della Storia come “I Martiri vimercatesi”. 

La dittatura nazi fascista era prossima all’epilogo. Inaspettato e clamoroso, fu il pellegrinaggio dei giorni successivi, che assunse la forma di protesta e di sfida pacifica e silenziosa, contro l’ingiustizia dei Repubblichini, di molti cittadini di Vimercate che senza paure a piedi si diressero fino ad Arcore al campo di aviazione per omaggiare i caduti e visitare al luogo dell’eccidio. I versi della Brambilla emozionano perché non solo celebrano il triste momento storico ma raccontano e testimoniano, la compartecipazione al dolore e all’ingiustizia di un paese intero, talmente profondi che in questo racconto anche la natura solidale e silenziosa ne è protagonista e partecipe.

C L’era un dì cumè tanti alter,                                         

F6 l’alba la tardava a spuntà,                                             

A-7 al ciel l’era gris , quasi a presagì                                    

F6 una trista realtà.                                                              

I cavalant cuminciaven a pasà

E so l’asfalt i cavai

Batevan i sòcur cume a vurè

Al paes risveglià.


G Oh alba! Triste A- mesagera,                                     

C mai cal dè lè pùdarem A- scurdà

C eren cinc bagai  G gagliard e F fort

C e in sta cundanà G cundanà a F mort.

Eren cresù che in Briansa

Tera de lavuradur, gent

Gàguadagnava al pan

Cun tantu sudur

Vureven la sua tera

dall’invasar liberà

e propri per quest, in stà cundanà

Oh alba! Triste mesagera,…

 

L’era un’alba luntan del duu de Fabrar.

Alba, misteriusa

Te sùla al patibol ti e cumpagnà

So lur te veglià

L’era un’alba luntan del duu de Fabrar.

Alba, misteriusa

E cume una man cun la tua breva

ta ghe dà l’ultima caresa.

 

Oh alba! Triste mesagera…


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