Il suono del motore a due tempi è uno dei rumori che mi riporta indietro nel tempo; genera emozioni, provoca ricordi, se poi è quello di Madame Bovary (la mia vespa PX125) quando lo ascolto con attenzione, suscita un trasporto così intenso, che mi gratifica e consola e rimanda a storie e avventure di cui immaginavo, anzi temevo di aver perso memoria.
A volte quando stiamo viaggiando, io seduto sulla sella non sto solo dirigendomi verso una destinazione, ma anche, con il pensiero e la memoria, ritorno e rivivo con piacere e soddisfazione situazioni e fatti di alcuni anni fa.
L'accensione di una vecchia vespa è sempre il momento critico, particolare e magico.
Madame Bovary potrebbe non essere pronta, essere offesa, arrabbiata o più semplicemente non avere voglia, allora, beh, allora é inutile insistere; meglio lasciar perdere, attendere o meglio ancora rinunciare e riprovare il giorno dopo.
L'avviamento di una vecchia vespa, in particolare quello dopo il riposo notturno, il primo della giornata, è una sorta di rito, di liturgia, da eseguire con attenzione (devozione?). Richiede rispetto e partecipazione. Altrimenti il rischio di non partire e quindi di far partire male la mattinata è altissimo e il più delle volte meritatamente inevitabile.
Prima di spingere la pedivella, il pedale dell'avviamento, quando ancora Bovary è ben posizionata sul suo cavalletto, mi avvicino senza fretta e attendo un attimo in silenzio.
Poi prima di girare la chiave che permetterà alla candela di scoccare la scintilla spingo il pedale per due o tre volte a seconda dell'umore. A questo punto controllo che il rubinetto della miscela sia nella giusta posizione, infine tiro, apro il pomello dell'aria e di seguito ecco cosa potrebbe accadere:
Il primo colpo è miracolo, stupore, meraviglia impossibile; di prima mattina Madame Bovary non parte mai al primo colpo.
Il secondo colpo è riconoscenza, fedeltà, felicità; normalmente è quello che accade tutti i giorni. So già che andremo d'amore e d'accordo e non avremo problemi fino a sera.
Il terzo colpo è preoccupazione e sollevazione. Quando non parte si inizia temere il peggio, se invece parte sei contento per lo scampato problema.
Il quarto é paura e il più delle volte conferma che non c'è niente da fare.
Il quinto è rabbia e disperazione. Ti senti tradito. Non capisci perché. Ti arrabbi, maledici il mondo intero e l'universo.
Rassegnato non puoi far altro che ritrovare calma, tranquillità, lucidità. Perché sai già che niente è perduto. Un motore a due tempi, sempreché non sia gravemente ammalato, parte sempre. E Madame Bovary, fatta eccezione di qualche perdonabile capriccio femminile, non mi ha mai lasciato a piedi.
Devi semplicemente smontare il carter di protezione motore, svitare la candela, asciugarla e pulirla come si deve, o meglio ancora sostituirla con una di scorta già pronta nel bauletto custodita per l'emergenza.
Poi si ripete la procedura.
Il primo colpo a questo punto è quello della speranza.
Il secondo è quello della certezza: la vespa nel 99,9% dei casi parte e la musica del motore a due tempi ritorna a cantare. Dopo un paio di sgasate di circostanza anche al minimo il motore non si spenge e con il tipico ritmo incalzante e intermittente, ritorna a sorridere.
A questo punto non mi resta che indossare il casco, dimenticare l'inconveniente, innestare la marcia e partire e lasciarmi andare e viaggiare, e ascoltare quel suono discontinuo ma fedele e costante che spesso si accorda sorprendentemente alle intermittenze del mio cuore. Olè
Maurizio Sarchielli & Madame Bovary
16 giungo 2025
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