Con gli amici in occasione della festa per l'ordinazione di Don Marco Keaz.
Salone dell' Oratorio di Vimercate CGCR 1991
La stessa chitarra... la stessa testa?
No. Non più la stessa testa. E' passato troppo tempo. Non ero ancora sposato.
Mi sorprende,però, vedere in azione la stessa chitarra che ancora oggi ho tra le mie dita.
Perché "Per un pelo"? - Perché Keaz è sempre stato molto peloso.
Ma, oltre l'ironia, riascoltandolo, anche questo pezzo non era poi così leggero come se sentito distrattamente potrebbe apparire.
Poi pochi mesi dopo fu proprio Don Marco che mi sposò con Emanuela.
E non "per un pelo", ma per tanti e tanti anni e credo tanti ancora.
Per entrami, su fronti diversi, fu il primo matrimonio.
Io mi fermai lì. Lui no.
Lui, che invece di peli come detto ne ha sempre avuti in abbondanza, non si fermò e di matrimoni ne fece tanti e tanti ancora e pare non si sia ancora fermato. Olè.
Lorenzo, in braccio a destra, lo Zio Vittorio, io in braccio a sinistra.
Qui in questa antica foto la Zio Vittorio Sarchielli (il più giovane dei figli di nonno Eugenio) è vestito da militare. Mi ricordo che in alcune sue brevi licenze veniva a trovarci. Lo zio Vittorio oggi è anche il nonno di Duccio. Lorenzo qui è molto piccolo. Si nota chiaramente quanto io fossi molto più grande di lui. E' forse per questo che l'ho sempre considerato il mio fratellino.Io sono quello con la maglietta rossa e la croce rossa al collo. Quell'opera d'arte ancora da iniziare è certamente una delle migliori performace di mia mamma. Chissà perchè non produce più cose così.
Ricordo poco di quegli anni. Per fortuna ci sono queste vecchie fotografie. Magari mi aiuteranno.
"E sto bene ...io sto bene come uno quando sogna".
Ieri sera a casa di due amici non mancava niente.
C'era con me Manubuch, perché lei ovviamente c'era, c'è sempre stata, e ci sarà; c'era il figlio dei due amici, che suona la chitarra "comeiovoerreitantomachenonciriusciròmai", c'era un camino accesso, c'era il passato, il presente, ma si parlava di futuro; e poi c'era la musica, ma non quella ascoltata, quella degli altri, ma la nostra; la musica che è stata e quella che forse sarà.
Non so perché, non so come, ma a un certo punto, abbiamo ricordato il signor G.
Non c'era Iaia ma lei era, certamente serena, dove è giusto dovesse essere, dove è giusto che sia ed io ero e sono contento per lei.
Di Gaber abbiamo ricordato alcune canzoni e ho scoperto che condivido con Colui che suona la chitarra "comeiovoerreitantomachenonciriusciròmai" la stessa passione per alcuni suoi brani.
Poi è arrivato anche Friz, l'amico Fritz Garantito (di cui non svelerò la vera identità neanche sotto tortura perchè l'ho promesso) con due bottiglie di birra ma da tre luppoli (..perchè oggi va di moda così, e Friz è sempre stato molto attento alle nuove tendenze, ...quasi l'intuito di un profeta!).
Tre luppoli il minimo sindacale lo so , ma va bene, molto bene anche così!
Lui è brianzolo, brianzolo doc = "braccinocorto".
Non è colpa sua! E nato così!
Uno quando viene al mondo non può mica scegliere dove nascere?
Ma io, io invece, che sono generoso, gli voglio bene, più di tutti i luppoli presenti oggi sulla terra.
Ieri sera, non mancava proprio niente, tutto era giusto, tutto era in ordine, tutto era al suo posto, e nel posto giusto....
Mentre la mamma e Colui che suona la chitarra (etcetc...)insieme cantavano il Brano di Gaber "Illogica allegria", io cantavo con loro le parole che mi ricordavo, ma sottovoce, per non rovinare l'incanto e la perfezione di quel breve momento, lieto, sereno, di buon umore e di autentica felicità,... per non perdere niente e conservare custodire tutto dentro di me, per portarlo a casa per ricordarlo, per sempre.